I ragazzi protestavano per l’alternanza scuola-lavoro

Cella o domiciliari, la mano pesante di Torino contro i ventenni in corteo

LaPresse
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  • Tutto nasce con la manifestazione contro l’alternanza scuola lavoro nel capoluogo torinese del 18 febbraio scorso. Il clima è teso dopo gli scontri delle settimane precedenti, i giovani provano ad entrare nella sede di Confindustria, le forze dell’ordine li bloccano e loro lanciano oggetti e colpiscono con i bastoni di plastica delle bandiere.
  • L’11 maggio, infatti, undici ragazzi di cui il più vecchio ha 22 anni, vengono prelevati da casa e portati in commissariato dalla Digos: per tre di loro è scattata la misura cautelare in carcere, altri sono finiti ai domiciliari, altri ancora hanno avuto l’obbligo di firma.
  • Queste misure sono state solo lievemente ridimensionate dal tribunale del riesame: uno dei ragazzi rimane in carcere, altri sono ai domiciliari. Il reato è resistenza aggravata a pubblico ufficiale e le misure sono state disposte sull’ipotesi che la pena superi i tre anni. Ma per casi molto più gravi, la pena non ha mai superato i due anni e mezzo. 

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