Dal 15 ottobre entrerà in vigore l’obbligo di green pass per i lavoratori introdotto dal governo. Come si declini questo obbligo per chi opera nel settore giustizia, tuttavia, è ancora incerto e sta sollevando discussioni tra avvocati e magistrati.

Il tribunale, infatti, è un luogo di passaggio di moltissime figure professionali e il legislatore ha scelto un regime promiscuo. Per i magistrati e i cancellieri ha espressamente stabilito l’obbligo di possedere il green pass per accedere e tenere le udienze. Quest’obbligo, invece, non è stato allargato agli avvocati, periti, imputati, parti civili e testimoni.

Questo diverso regime sarebbe giustificato dal fatto che impedire l’accesso ai legali senza green pass significherebbe condizionare il diritto di difesa dei cittadini e provocare ulteriori rallentamenti della macchina giustizia. Tuttavia i tribunali sono un luogo ad alto rischio di contagi a causa del grande via vai di persone e rischiano di rimanerlo, se alla gran parte di chi vi accede non è richiesto il green pass. 

Magistrati e cancellieri

Magistrati e cancellieri si sono schierati contro la scelta del governo di escludere gli avvocati dall’obbligo di green pass. Il gruppo associativo Magistratura indipendente ha scritto in una nota di ritenere indispensabile che nella «battaglia per la riconquista della normalità» sia riconosciuto «il giusto posto anche all’avvocatura», estendendo anche ai legali l’obbligo di green pass per l’accesso agli uffici giudiziari.

Sulla stessa linea anche i sindacati del personale di cancelleria, che hanno inviato una nota congiunta al ministero della Giustizia chiedendo che l’obbligo sia «esteso a tutti i soggetti che accedono a qualunque titolo negli uffici giudiziari», visto che il senso della norma è quello di «tutelare dal contagio tutti coloro che accedono agli uffici giudiziari, luogo pubblico particolarmente frequentato anche da semplici cittadini».

Gli avvocati

La confusione per gli avvocati è doppia. Da un lato, infatti, sono esplicitamente esclusi dall’obbligo di green pass quando vanno in tribunale. Dall’altro, non è chiaro quali regole si applichino ai liberi professionisti: per gli studi, infatti, esiste l’obbligo di green pass sia per i clienti che vi si recano che per i professionisti che vi lavorano. Tradotto: obbligo di green pass per stare in studio, non per andare in tribunale. Per capire quali regole i professionisti dovranno applicare, si è in attesa delle linee guida del governo che dovrebbero chiarire proprio questi aspetti. 
Nel mentre, però, varie associazioni hanno preso posizione. Dall’inizio della pandemia e dello stato di emergenza, infatti, gli avvocati lamentano le grandi limitazioni nell’accesso ai tribunali: ancora oggi, infatti, in molti uffici giudiziari l’accesso alle cancellerie è possibile solo con prenotazione o a orari ridotti e questo complica la vita quotidiana dei professionisti. 

Di qui la richiesta in particolare dell’Associazione giovani avvocati di estendere l’obbligo di green pass anche agli avvocati: «Il fatto che ci abbiano esclusi comporterà la permanenza delle riduzioni di accesso alle cancellerie e agli uffici giudiziari – ha detto il presidente di Aiga, Antonio De Angelis -. Chiediamo che anche per noi venga disposto l'obbligo ma che però vengano ridotte o eliminate le limitazioni di accesso alle cancellerie». Proprio il regime di apertura degli uffici, infatti, è il grande scoglio da superare per poter parlare di un ritorno alla normalità del settore giustizia. Lo stato di emergenza è prorogato per decreto fino al 31 dicembre 2021 e fino a quella data non arriva dal ministero alcuna intenzione di eliminare i limiti di accesso. Tuttavia il Dipartimento per gli affari di giustizia starebbe iniziando un ciclo di interlocuzioni tra tutti gli operatori del settore per studiare il modo migliore per la ripresa del lavoro senza più restrizioni, ma solo in vista di gennaio 2022. 

 

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