La commissione Giustizia del Senato guidata dalla leghista Giulia Bongiorno ha approvato una indagine conoscitiva in materia di intercettazioni, estendendola anche a quelle fatte con l’uso dei virus spia.

Si procederà quindi con una serie di audizioni, che vedranno interventi di avvocati, capi delle procure ma anche membri dei servizi segreti e dirigenti delle aziende che si occupano delle intercettazioni, oltre all’acquisizione dei dati disponibili in materia, sia sui numeri delle captazioni che sui loro costi, che sono diversi da territorio a territorio.

Le audizioni inizieranno con il nuovo anno, in attesa che dal ministero della Giustizia arrivino disegni di legge di riforma dell’attuale assetto dell’istituto, come già anticipato dal guardasigilli Carlo Nordio.

Le mosse di Bongiorno

«Nelle prossime sedute inizieremo l'indagine, che ha lo scopo di approfondire tutto il tema delle Intercettazioni, visto che è una materia che sarà oggetto di interventi legislativi», ha infatti chiarito la presidente Bongiorno.

Le sue stesse parole, però, hanno evidenziato la singolarità dell’iniziativa: in questo caso, infatti, prima ancora che dal ministero arrivino decisioni puntuali di riforma, la commissione del Senato prende una iniziativa in anticipo rispetto ai tempi che nemmeno via Arenula ha ancora fissato per un disengo di legge. Per arrivare preparata al momento di dover valutare il pacchetto di riforma, oppure per avere maggiori strumenti conoscitivi per emendarla e modificarla.

Il tema farà discutere, anche se l’indagine conoscitiva ha trovato il via libera anche delle opposizioni, che tuttavia si sono opposte all’inserimento nella manovra di Bilancio dell’emendamento sulle intercettazioni preventive con la capogruppo del Pd, Anna Rossomando.

Forza Italia, che si sta muovendo in modo attento rispetto alle iniziative del governo ma sul tema delle intercettazioni è in sintonia con il ministro Nordio e soprattutto del suo viceministro Francesco Paolo Sisto, ha già anunciato che chiamerà al Senato il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo e l’avvocato Luigi Panella, che ha lavorato al caso dell’ex magistrato Luca Palamara, ascoltato attraverso i trojan, cui è seguita la pubblicazione illecita sui giornali di intercettazioni non penalmente rilevanti.

Inoltre, ha anticipato il capogruppo di FI in commissione, Pierantonio Zanettin, c’è anche la volontà di ascoltare i tecnici informatici dell’inchiesta nei confronti di Palamara, a lungo al centro di scontri anche giudiziari sulla procedura di inoculamento dei trjan e di conservazione delle intercettazioni sbobinate.

La linea del governo sulle intercettazioni, tuttavia, sembra segnata: intervenire per ridurle e renderle meno conoscibili e divulgabili. A ripeterlo è stato Sisto, che ha spiegato come l’attuale normativa abbia due problemi: «Uno riguarda la pubblicazione e l'altro i costi. Sul primo ci vorrà qualche intervento per evitare questa corsa al gossip», mentre ne andrebbe ridotto l’uso «per i reati comuni» perchè «Duecento milioni di euro l'anno non mi sembrano una cifra di poco conto».

Il tema, però, fino ad ora è stato toccato solo con enunciazioni di principio da parte della maggioranza. L’interrogativo è se il comune sentire rimarrà tale anche a fronte di un disegno di legge ministeriale che potrebbe mettere in luce le diverse sensibilità all’interno del governo.

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