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La parabola dell’ex magistrato di Mani pulite inizia nel 2019, quando vota per Marcello Viola al vertice della procura della Capitale per il post Pignatone.
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Segue la rottura con il collega Ardita, il cambio di voto a sostegno di Prestipino e infine l’incauta presa in consegna dei verbali di Amara, con le comunicazioni informali al senatore Nicola Morra.
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Ora il rischio è che Davigo possa incorrere in conseguenze penali e la vicenda dei verbali segreti oggi lo costringe a difendersi da domande sulle sue scelte di comportamento.
Tutti i passi falsi di Davigo: dal caso Palamara ai verbali di Amara
27 maggio 2021 • 09:22Aggiornato, 27 maggio 2021 • 20:49