Si stanno svolgendo i lavori della seconda giornata del nostro Convegno Nazionale, il primo in presenza dopo la pandemia, a Trieste, città cosmopolita, crocevia di tante culture, di tante lingue, tanti popoli, che diviene idealmente il nostro simbolo di ripartenza.

“Il Lavoro e l’Impresa nell’Italia che riparte”, questo il titolo del Convegno, non vuole essere un auspicio, dopo l’emergenza sanitaria e le conseguenze umanitarie, energetiche ed economiche di una guerra nel cuore dell’Europa, piuttosto un invito a riflettere sul il futuro del Paese, delle lavoratrici, dei lavoratori e delle imprese.

L’emergenza sanitaria prima e gli eventi internazionali dopo hanno reso necessaria una rinnovata visione globale del diritto del lavoro, allargando lo sguardo oltre i confini dei singoli stati e avviando una riflessione organica e strutturata su temi quali la circolazione dell’impresa, la delocalizzazione della produzione, la dematerializzazione e l’automazione della prestazione lavorativa.

Siamo qui riuniti per discutere del diritto del lavoro della ‘ripartenza’, affrontando il tema con l’approccio interdisciplinare che da sempre caratterizza la nostra associazione: un gruppo di professionisti impegnati in ambito datoriale e pro-labour ma sempre nel rispetto reciproco e nel perenne confronto, perché lo sforzo dialettico nei conflitti, lo studio nel merito dei problemi e la ricerca di soluzioni possono essere strumenti di lavoro per una ripartenza del sistema-Italia che ha bisogno, oggi più che mai, di garantire coesione sociale e crescita di qualità dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e delle imprese. 

A Trieste, in un importante momento di riflessione collettiva, con oltre 600 avvocate e avvocati giuslavoristi presenti, portiamo nuove proposte e idee per ridisegnare un equilibrio tra gli interessi delle imprese, delle lavoratrici e dei lavoratori che sia garanzia per tutti di permanenza, e non solo “sopravvivenza”, all'interno del mercato. Il tema non potrebbe essere più attuale, soprattutto in questi giorni, soprattutto a Trieste, attraversata dal “caso Wartsila”. L’avvocato giuslavorista Filippo Aiello, nella sua relazione scientifica, ha analizzato proprio il nodo del trasferimento d’impresa: «Affinché le operazioni di trasferimento non scivolino verso mere esternalizzazioni volte unicamente a dismettere il personale, le norme dovranno essere lette alla luce dell’unica ratio che le sostiene: il mantenimento dei posti di lavoro addetto».

Il sindacato

Centrale in queste dinamiche anche il ruolo del sindacato, a cui è richiesto un ulteriore sforzo, come ha efficacemente sottolineato l’avvocata Giovanna Pacchiana Parravicini, professoressa Associata di Diritto del Lavoro all’Università di Torino e presidente AGI Piemonte Valle D’Aosta, nell’altra relazione scientifica presentata questa mattina al Convegno: «Non è più appagante la ricostruzione del ruolo del sindacato italiano nell’organizzazione dell’impresa nei termini della cosiddetta ‘partecipazione conflittuale’. Il contesto è maturo per un salto in avanti che spinga questo modello fuori dalla prospettiva meramente conflittuale e verso una partecipazione che si potrebbe definire ‘partecipazione concertativa incentivata’». 

Nella prima giornata abbiamo anche registrato una significativa novità, la firma di una convenzione con la Fondazione dei Consulenti del lavoro che avvia un percorso di iniziative per la formazione di qualità dei professionisti. AGI ha sempre puntato su una formazione costante e di livello, abbiamo varato una scuola di Alta Formazione e definito accordi di collaborazione con importanti atenei italiani.

Un impegno che ci è stato riconosciuto nei fatti: siamo l’unica associazione di avvocate e avvocati giuslavoristi nell’elenco delle associazioni specialistiche forensi del Consiglio Nazionale Forense e recentemente, proprio in virtù del nostro ruolo e della nostra competenza, abbiamo contribuito all’importante approvazione delle specializzazioni forensi.

Credo sia importante “fare rete” tra professionisti, gli studi multi-disciplinari sono un’opportunità, se non una necessità, per rilanciare le professioni. Questo accordo rinnova, arricchendolo, il nostro impegno per formare un’Avvocatura moderna e garantire così una giustizia più efficiente e di qualità.

Infine, concludo ricordando quanto siamo onorati del prezioso riconoscimento al Convegno da parte del presidente della Repubblica, che ha concesso la medaglia di Rappresentanza che è dedicata a eventi di rilevante interesse istituzionale, culturale e sociale.

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