485 giorni, ovverosia 1 anno e 4 mesi circa. Tanto è durato il lockdown degli incontri in presenza dell’Avvocatura nazionale e capitolina in particolare.

Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Roma prova ad invertire tale deriva, riportando il timone nel verso di una auspicabile ritrovata normalità mediante un convegno che intende essere il viatico ad un colloquio franco sulle difficoltà dei rapporti tra avvocatura e magistratura nel quotidiano districarsi delle difese giudiziali. Un dialogo prodromo anche dei temi che saranno trattati nella Sessione Ulteriore del Congresso Nazionale Forense.

Ci proverà, il Consiglio capitolino, con il primo evento in presenza di quest’anno, sottolineando che proprio la presenza fisica in sede sarà l’esclusiva forma partecipazione. Con tutte le cautele del caso: in una prestigiosa, storica Aula Avvocati (inglobata da oltre 110 anni nell’edificio della Corte di Cassazione) che riceverà 50 Colleghi, a fronte degli oltre 250 posti disponibili.

«Sicurezza prima di tutto. Distanziati, protetti, ma presenti» sottolinea il Presidente Antonino Galletti. «Vogliamo parlare alla e con la nostra famiglia forense, riprendendo quel costante dialogo che caratterizzava i nostri incontri. Unica strada per stringerci insieme nel faticoso percorso di rinascita che ci attende». 

Gli fa eco il Segretario Mario Scialla: «Come Ordine degli Avvocati di Roma, durante la pandemia, siamo riusciti a supportare al meglio l'amministrazione della giustizia capitolina che è notoriamente in difficoltà da lungo tempo a causa di una inquietante carenza di organico, in virtù del fatto che avevamo già un tavolo permanente di interlocuzione con tutte le cariche giudiziarie della Capitale che ci ha consentito di arrivare al periodo emergenziale già "rodati" al punto che siamo stati in grado di fare delle rapide riunioni anche in condizione di "distanziamento". Abbiamo così organizzato il rimbalzo delle notizie più importanti e dei calendari di udienza, fornendo le notizie ai Colleghi ed impedendogli di "assalire" le cancellerie. L'emergenza ci ha consentito di implementare ciò che chiedevamo già da tempo e che però non vedeva, soprattutto da pare del Ministero, una adeguata considerazione, vale a dire la "smaterializzazione" dei documenti senza che ciò, soprattutto nel processo penale, si riverberasse con un pregiudizio sulle garanzie difensive. Il punto fermo ed anche l'insegnamento che ne abbiamo ricavato è che dobbiamo trarre il massimo dalla tecnologia e soprattutto dall'informatica, per limitare gli spostamenti e gli aggravi di lavoro per le parti e le cancellerie, ma i processi potranno celebrarsi solo in aula che sono gli unici luoghi deputati ad ospitarli, pena la compromissione delle garanzie del contraddittorio che nessuna epidemia dovrà mai pregiudicare poichè è l'unica modalità con la quale, anche per ridurre gli errori, può articolarsi il processo».

All’evento parteciperà anche l’Avv. Giovanni Malinconico, Coordinatore dell’OCF. L’evento è organizzato dal Dipartimento Comunicazione, con il moderatore Avv. Andrea Pontecorvo.

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