La Cassazione ha ribaltato l’esito del processo d’appello sulla strage di Viareggio del 29 giugno 2009, in cui hanno perso la vita 32 persone.

La corte ha fatto cadere l’aggravante del mancato rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro per tutti gli imputati e ha rinviato a un nuovo processo di appello gli ex vertici di Ferrovie dello stato, Mauro Moretti, e di Rfi Michele Mario Elia, per verificare la sussistenza di eventuali profili di colpa nel reato di disastro ferroviario colposo.

Un nuovo processo di appello si celebrerà anche per l’ex ad di Trenitalia Vincenzo Soprano, che era stato condannato a sei anni; per Francesco Favo (all’epoca certificatore della sicurezza per Rfi), che era stato condannato a 4 anni e per gli allora vertici di Gatx Rail Austria, di Gatx Rail Germania e delle Officine Jugenthal, società incaricate della manutenzione dei carri cisterna, uno dei quali deragliò provocando l’esplosione.

La Cassazione ha poi confermato le assoluzioni di appello dei due dirigenti di Rfi, Girgio Di Marco e Giovanni Costa.

Omicidio prescritto

La decisione dei giudici di non riconoscere l’aggravante fa scattare la prescrizione per il reato di omicidio colposo plurimo per tutti gli imputati, che dunque nel nuovo grado di appello risponderanno solo di disastro ferroviario colposo. Proprio l’aggravante riconosciuta dalla corte d’Appello di Firenze, infatti, aveva allontanato la prescrizione del reato al 2026. Non a caso la linea difensiva dei manager di Fs, puntava proprio sulla richiesta di esclusione dell’aggravante dell’attentato alla sicurezza sul lavoro.

«L’esito del processo è disastroso, siamo affranti e senza parole», è stato il commento del presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, Marco Piagentini, che ha aggiunto: «Viene da chiedersi che senso hanno avuto undici anni di avvocati, tecnici, giuristi: ci ritroviamo oggi qua a sentirci dire che tutto è prescritto. Questa è l’amara conseguenza di quello che è avvenuto. È mancato il coraggio di confermare le sentenze».

La prescrizione potrebbe far cadere anche il disastro ferroviario: il reato, infatti, si prescrive a luglio 2021, dunque i giudici del processo d’appello bis dovranno correre, per evitare che anche l’ultima delle contestazioni sparisca. Già nel 2018 i reati di incendio e di lesioni plurime colpose erano caduti in prescrizione.

La posizione di Moretti

«Di fronte alla catastrofe dell’appello, la Cassazione mi pare abbia rimesso molte cose a posto», è stato il commento dell’avvocato Franco Coppi, che difende l’ex ad Moretti, condannato a 7 anni in appello.

A far presagire l’annullamento della sentenza di appello, tuttavia, era stato anche l’atteggiamento dell’accusa. In udienza, infatti, lo stesso procuratore generale di Cassazione, Pasquale Fimiani, aveva spiazzato le parti civili, chiedendo per Moretti l’appello bis. 

«La responsabilità di Moretti va necessariamente rivalutata, per un nuovo esame delle condotte tenute nel lungo periodo di tempo trascorso tra il momento della cessazione dell’imputato dalle cariche sociali in Rete ferroviaria italiana (avvenuta nel 2006, ndr), con il subentro di altri responsabili, e il momento nel quale il disastro si è verificato», aveva detto in aula.

A differenza del processo di primo grado, i giudici dell’appello avevano riconosciuto Moretti responsabile dei reati non solo come ex ad di Rete ferroviaria italiana, ma anche in quanto ex ad di Ferrovie dello stato, cioè della holding.

La difesa dell’ex amministratore delegato, invece, aveva contestato su tutta la linea le ricostruzioni di responsabilità sia del primo grado che dell’appello, chiedendo  alla Cassazione l’assoluzione con formula piena. 

Non solo. Moretti è l’unico degli imputati ad aver rinunciato alla prescrizione, dunque nel suo caso il passare del tempo non influenza la sussistenza delle imputazioni a suo carico. «Sono parecchi anni che si discute in merito alla prescrizione e sono stato spesso portato a bersaglio, per la prescrizione, per i fatti di Viareggio. Rinuncio alla prescrizione, lo faccio per rispetto delle vittime, dei familiari delle vittime e del loro dolore. Lo faccio perché ritengo di essere innocente», aveva detto Moretti nell’udienza di appello del 2019, dopo che il procuratore aveva chiesto la sua condanna a 15 anni.

Le reazioni

«La decisione della Cassazione è l’ennesima conferma che la riforma della prescrizione è giusta ed è volta proprio ad evitare il ripetersi, in futuro, di simili incresciose situazioni», scrivono i deputati grillini della commissione Giustizia della Camera. «In un paese civile non può esistere che la morte orribile di 32 persone resti senza colpevoli e la prescrizione impedisca l'accertamento delle responsabilità di chi doveva vigilare e poteva impedire che si verificasse una strage e non l'ha fatto», ha aggiunto il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Roberto Traversi. 

Anche il deputato del Pd Umberto Buratti ha commentato che «na strage come quella di Viareggio non può restare senza colpevoli. Non lo dobbiamo solo alle vittime e ai loro cari ma anche al Paese che non può accettare che lo Stato non sia in grado di accertare colpe e responsabilità».

Una reazione opposta, invece, è quella del senatore di Forza Italia, Francesco Giro: «Sono molto contento per Mauro Moretti. Molto. Nell’appello bis verrà assolto. Ne sono certo».

 

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