Il presidente della Consulta, durante la conferenza stampa annuale della Corte, è intervenuto sul ddl Zan. Un giudizio che si è prestato a diverse interpretazioni e distorsioni comunicative.
Il presidente ha detto che è «opportuna» una legge, ma non ha fatto riferimento al ddl Zan. Tuttavia la Verità, smentita con un comunicato della Consulta, ha attribuito al presidente la volontà di sostituirsi al parlamento.
Un cortocircuito comunicativo, questo, che è il rischio connesso alla maggiore apertura della Corte. Il giudice costituzionale non parla più solo con le sentenze pronunciate come organo, ma la sua voce entra necessariamente nell’agone politico. Con possibili risvolti inediti, soprattutto in tempo di crisi della politica.
La conferenza stampa annuale della Corte costituzionale è stato un ottimo successo comunicativo, ma ha dato adito anche a chiavi interpretative opposte delle parole del suo presidente, Giancarlo Coraggio. Durante l’incontro con la stampa, Coraggio ha risposto sia a domande che riguardano l’attività della Corte e le sue sentenze, sia a quesiti di attualità. La risposta sul ddl Zan, tuttavia, ha proiettato la Consulta al centro del dibattito mediatico. Coraggio ha spiegato che il contrasto all’om



