Continuano le battaglie contro l’obbligo vaccinale del giurista Ugo Mattei e contro quelle che nell’ultima manifestazione ha chiamato «leggi draghistissime», paragonandole a quelle fasciste.

Oltre alla piazza, Mattei ora punta a coinvolgere anche la Corte costituzionale. Lo fa rappresentando come avvocato cinque parlamentari non vaccinati, in un ricorso alla Consulta in cui solleva conflitto di attribuzioni tra poteri dello stato. I ricorrenti sono tutti ex grillini oggi nel gruppo misto: Pino Cabras, Emanuela Corda, Pietro Lorefice, Simona Suriano e Andrea Vallascas.

La ragione del ricorso è che i parlamentari, tutti eletti in collegi elettorali insulari di Sicilia e Sardegna, non possono più recarsi in parlamento perchè il decreto legge del governo approvato il 30 dicembre scorso impedisce a chi non ha il green pass “rafforzato” (quindi quello che prevede solo la vaccinazione) di utilizzare i mezzi pubblici, compresi i traghetti che imbarcano auto private.

Per questo, si sostiene nel ricorso, “i parlamentari residenti nelle isole ed i cui collegi elettorali in esse sono collocati, condividono con tutti gli altri cittadini isolani non vaccinati né guariti una condizione di limitazione del diritto di circolazione sul territorio nazionale (art. 16 Cost.) particolarmente invasiva e sproporzionata”. La limitazione “travolge non solo la funzione legislativa illegittimamente comprimendone ad opera del potere esecutivo il diritto/dovere di esercizio” ma anche “la funzione di rappresentanza politica del singolo parlamentare e mina la corretta funzionalità dell’organo incidendo sulla sua rappresentatività in termini territoriali”. Una limitazione che “coinvolge altresì concretamente il diritto/dovere/potere di partecipazione dei ricorrenti all’elezione del Presidente della Repubblica ai sensi degli artt. 83 e 85 della Costituzione”.

In sostanza, i parlamentari isolani non vaccinati lamentano come il decreto legge del governo di fatto impedisca loro di votare il prossimo presidente della repubblica, perchè non possono lasciare il loro collegio elettorale. Di qui il conflitto di attribuzione tra potere legislativo e potere esecutivo in cui viene chiamata in causa come arbitro la Consulta.

Mattei cita se stesso

Il ricorso, però, contiene anche elencate tutte le posizioni di scetticismo sui vaccini che sono proprie del movimento guidato da Mattei. Per sostenere la violazione dell’articolo 3 della Costituzione sull’uguaglianza dei cittadini – in questo caso nell’utilizzo del servizio pubblico essenziale del trasporto – il ricorso contesta che mancano presupposti scientifici per giustificare il super green pass.

Per corroborare la tesi, di fatto Mattei cita se stesso: al ricorso, infatti, allega il documento redatto dalla Commissione Dubbio e Precauzione, fondata da lui stesso, dai filosofi Massimo Cacciari e Giorgio Agamben. Si autocita in questi termini: “Come si rileva in un recente documento redatto dalla Commissione Dubbio e Precauzione composta da scienziati ed intellettuali di chiara fama, appare tuttavia chiaro come l’irrigidimento delle restrizioni per i non vaccinati nulla abbia a che vedere con il contrasto all’epidemia. È infatti evidente che anche i vaccinati contagino, e che anche i vaccinati ricadano nella malattia”.

Al netto del fatto che il decreto legge impugnato è stato soppiantato dal più recente approvato nel primo consiglio dei ministri del 2022, i divieti di accesso ai mezzi pubblici per i parlamentari non vaccinati rimangono. Anzi per due di loro, ultracinquantenni, è scattato anche l’obbligo vaccinale (come per lo stesso Mattei).

Starà ora alla Consulta valutare la fondatezza del ricorso, ma soprattutto le tesi ribadite da Mattei, sapientemente allegate all’atto e dunque oggi al vaglio dell’arbitro dei rapporti tra poteri.

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