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L’arma segreta di Giorgia Meloni è il magistrato Nicola Gratteri

La Presse
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  • A Catanzaro le voci di una sua discesa in politica con il partito di Meloni si rincorrono e anche da ambienti nazionali del partito la notizia non viene smentita.
  • Lui - che già nel 2016 era stato lusingato (e poi tradito) dall’offerta di un ministero con Matteo Renzi - a domanda diretta risponde secco: «Non ho nessun abboccamento specifico con Fratelli d’Italia. Io parlo con tutti, di tutti i partiti, e con tutti dico la mia. Sono anni che lo faccio e la mia versione non è mai cambiata, a differenza di quella di altri».
  • C’è poi anche la possibilità che si candidi al Consiglio superiore della magistratura, lo stesso organo che gli ha negato la nomina al vertice della procura nazionale antimafia. La sconfitta è ancora dolorosa. Gratteri desiderava quel ruolo, voluto e creato da Giovanni Falcone.

Per capire che cosa succederà nei prossimi mesi, sia in politica sia in magistratura, bisogna tenere gli occhi puntati su Catanzaro. O meglio, sull’edificio giallo che si affaccia su piazza Matteotti e sul suo inquilino: il procuratore capo Nicola Gratteri. È lui l’epicentro di una serie di movimenti sotterranei che riguardano due mondi sempre più divisi al loro interno. Da una parte quello delle toghe, spaccate tra quelle istituzionali in piena crisi di rappresentanza e quelle che nei loro

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