Giustizia

Il lockdown estremo del Natale in carcere

Negli anni scorsi i volontari organizzavano attività per far sentire meno la solitudine. Ora i detenuti sono in condizioni sempre più precarie e l’unico conforto è il telefono

  • Prima del covid, il giorno di Natale i volontari organizzavano attività per i detenuti, come il pranzo tutti insieme e la messa. Quest’anno invece non è possibile fare nulla e la solitudine si fa sentire.
  • L’unico conforto rimasto è il telefono e le videochiamate. Nel carcere di San Vittore, il direttore le permette più volte a settimana. Ma soprattutto i detenuti stranieri non hanno soldi per farle.
  • Il disagio psichico è altissimo. «I più gravi si tagliano o commettono atti di autolesionismo, gli altri litigano per sfogare la rabbia, alcuni riescono a trovare sostegno nei nostri colloqui», racconta una psicologa.

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