Il Garante della privacy e per la protezione dei dati ha finalmente espresso parere favorevole al green pass, ha però censurato l’utilizzo della piattaforma “Io”.

Dopo le forti perplessità espresse dall’Autority lo scorso 26 aprile per il decreto Riaperture e alle  troppe informazioni contenute  in quello che sarebbe diventato il  certificato verde italiano, dopo l’ammonimento  del 26 maggio destinato a evitare forme di “certificazione verde locale”, il Garante nella giornata di ieri ha diramato la nota nella quale dichiara di aver dato parere favorevole allo schema di decreto attuativo.

“Il Garante per la protezione dei dati personali, all’esito di lunghe e proficue interlocuzioni con il Ministero della salute, ha dato parere favorevole sullo schema di decreto attuativo, che attiva la Piattaforma nazionale-DGC per il rilascio del green pass prevedendo adeguate garanzie per l’utilizzo delle certificazioni verdi. – si legge nella nota dell’Autority per la protezione dei dati, che però ha comunque a proposito espresso qualche riserva - Il green pass, introdotto dal decreto “Riaperture” per consentire gli spostamenti tra Regioni e l’accesso a eventi pubblici e sportivi, è ora previsto, nelle zone gialle, anche per partecipare alle feste in occasione di cerimonie civili e religiose”.

L’aspetto più delicato compreso nel “Parere sul DPCM di attuazione della piattaforma nazionale DGC per l´emissione, il rilascio e la verifica del Green Pass - 9 giugno 2021” del Garante, sembra proprio quello di fare chiarezza sui casi nei quali al cittadino (l’interessato ai fini della normativa sulla privacy), potrà essere richiesta l’esibizione della carta verde da parte degli addetti preposti al controllo.

Occorre sottolineare che gli eventi riportati nello schema del decreto attuativo, siano sostanzialmente momenti “privati” (feste e cerimonie).

“L’Autorità sottolinea, inoltre, che anche il Regolamento europeo sul green pass, attualmente in fase di adozione, prevede che lo stesso possa essere utilizzato dagli Stati membri per finalità ulteriori, rispetto agli spostamenti all’interno dell’Ue, ma solo se ciò è espressamente previsto e regolato da una norma nazionale” – si legge ancora nella nota pubblicata ieri dal Garante.

Il Parere favorevole

Se si va a leggere nello specifico il Parere del 9 giugno, le prescrizioni e le garanzie che il governo dovrà mettere in campo  saranno numerosissime.

Nello specifico, il Garante “esprime parere favorevole sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, da adottare di concerto con il Ministro della salute, il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale e il Ministro dell’economia e delle finanze”, a condizione che:

in sede di conversione siano specificamente definite le finalità del trattamento e sia introdotta una riserva di legge statale per l’utilizzo delle certificazioni;

 le certificazioni potranno essere verificate esclusivamente attraverso le modalità indicate nello schema di decreto in esame;

sia adeguatamente modificata la previsione della natura transitoria delle disposizioni sulle certificazioni verdi, per evitare che le stesse cessino avere efficacia nel momento dell’entrata in vigore del Regolamento europeo;

  sia prevista l’applicabilità delle sanzioni anche all’attività posta in essere dai soggetti preposti al controllo delle predette certificazioni, al cui accertamento possono procedere direttamente le forze di polizia

Le criticità dell’App “IO”

Le maggiori criticità del Garante vengono sollevate in relazione all’utilizzo dell’App “Io” per la verifica delle certificazioni verdi.

L’applicazione già utilizzata per l’utilizzo del bonus vacanze e del cashback, dalle verifiche del Garante, è stata sostanzialmente censurata.

In merito alle app per recuperare il green pass, il Garante ha infatti autorizzato l’uso dell’App Immuni, ma ha rinviato l’impiego dell’App IO a causa delle criticità riscontrate.

“Nella stessa riunione del Collegio, con distinto provvedimento, l’Autorità, in relazione a criticità di ordine generale sul funzionamento dell’App IO, ha ordinato in via d’urgenza alla società PagoPA di bloccare provvisoriamente alcuni trattamenti di dati effettuati mediante la predetta app che prevedono l’interazione con i servizi che  comportano quindi un trasferimento verso Paesi terzi (es. Usa, India, Australia) – si legge sempre nella nota - di dati particolarmente delicati”.

Il trattamento dei dati con paesi terzi o extra CEE è infatti da molto tempo sotto la lente d’ingrandimento della giustizia europea ( basta citare la sentenza Schrems II relativa agli effetti sui trasferimenti extra-UE dei dati personali).

Il Garante nel parere del 9 giugno scorso ha imposto “l’utilizzo dell’App IO, come strumento a disposizione degli interessati per recuperare le certificazioni verdi Covid-19, sia consentito solo al superamento delle criticità rilevate con il provvedimento correttivo adottato in data odierna nei confronti della società PagoPA S.p.a. e a seguito di una successiva valutazione favorevole da parte del Garante sulla base di ulteriori approfondimenti istruttori”.

Un provvedimento netto e preciso del Garante privacy che chiama in causa anche il Ministro  per l'Innovazione tecnologica

Un parere positivo quello del Garante che supera decisamente l’impasse precedente generato nei confronti della certificazione verde italiana che però ,nella sua autorevolezza, definisce i  confini del trattamento dei dai dati per mezzo dell’utilizzo delle nuove tecnologie.

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