- Il referendum sulla “giustizia giusta” è stato giudicato conforme alla legge dalla Cassazione, ma è stato depositato grazie alle delibere di 9 consigli regionali invece che con le firme raccolte ai banchetti.
- Secondo i vertici di Lega e del Partito Radicale il tema non esiste. Si è scelta questa via «per accelerare l’iter e mettere al sicuro il referendum», ha detto la tesoriera radicale Irene Testa.
- Eppure, la decisione di non depositare le firme non è affatto neutra e provoca effetti sia pratici (non si incassano i rimborsi nè lo spazio sui media) che politici nel Partito Radicale. Oltre a far sorgere dubbi sulla correttezza della raccolta firme.
Ufficialmente tutto si è concluso nel migliore dei modi: il referendum sulla “giustizia giusta” è stato giudicato conforme alla legge dalla Cassazione e, se passerà il vaglio di ammissibilità della Consulta, potrà svolgersi tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi. Eppure, c’è un aspetto oscuro: a sostegno dei sei quesiti sono state depositate le delibere dei consigli regionali di Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Umbria e Veneto. Non sono st



