I giovani penalisti veneziani hanno realizzato un video in cui si vedono due persone che giocano a carte e un terzo che offre a una un jolly. L’Anm di Venezia: «Tali iniziative non potranno che influire negativamente sui futuri rapporti» e chiede procedimenti disciplinari contro gli avvocati. L’Ucpi: «La libera espressione del pensiero è un valore fondante della democrazia», «rinviamo al mittente ogni intimidazione»
L’argomento di scontro è sempre la separazione delle carriere e si ripete la contrapposizione tra Associazione nazionale magistrati e Unione camere penali.
Al centro questa volta c’è un video realizzato dai giovani penalisti di Venezia, in occasione di un concorso all’Open Day di Rimini tra giovani avvocati di varie camere penali. Meno di due minuti per sostenere la necessità di separare giudici e pm.
Per farlo, hanno inscenato alcuni episodi: in uno ci sono due persone che giocano a scacchi, una terza interviene e fa vincere uno dei due; in un altro ci sono due giocatori di carte, poi spunta una terza mano che dà un jolly a uno dei due. La scritta in sovraimpressione: «Lo riterresti equo?».
Il video ha però iniziato a venire condiviso su whatsapp, fino a scatenare la durissima reazione della magistratura veneta.
«Influirà sui rapporti»
La Giunta sezionale di Venezia dell’Associazione nazionale magistrati ha pubblicato un comunicato in cui «esprime profonda indignazione e sconcerto per l’iniziativa. Il contenuto del video distorce gravemente e consapevolmente la realtà, dipingendo un processo penale “truccato” per la collusione tra pubblico ministero e giudice, scenario falso che mortifica e ridicolizza l’amministrazione della giustizia e la stessa funzione difensiva. Spiace constatare che tale scomposto attacco provenga da avvocati con i quali quotidianamente i magistrati del distretto veneziano si confrontano nel reciproco rispetto che da sempre ne ha contraddistinto i rapporti». Molto dura la conclusione: «Tali iniziative non potranno che influire negativamente sui futuri rapporti tra la camera penale veneziana e i magistrati del distretto veneziano».
Non solo, l’Anm ha inviato una lettera all’Ucpi, al presidente dell’ordine degli avvocati di Venezia e al presidente del Cnf in cui sostiene che nel video «si sostanzia in un vilipendio all'ordine giudiziario», parla di «modalità palesemente calunniose» e conclude chiedendo al presidente del consiglio dell’ordine di inoltrare la lettera «al Consiglio Distrettuale di Disciplina affinché vengano svolte le opportune valutazioni di competenza».
La replica dell’Ucpi
Il presidente della Camera penale veneziana Renato Alberini ha risposto alla Nuova Venezia: «Quel video non è nato per il gusto di fare polemica. Se ci saranno chieste spiegazioni, le daremo senza problemi».
Con l’alzarsi dei toni di polemica, anche la Giunta nazionale delle Camere penali ha deciso di rispondere all’Anm veneziana con un comunicato altrettanto duro. «In occasione dell'Open day, organizzato dall'UCPI a Rimini, sono stati proiettati vari video, che hanno rappresentato, in modo volutamente provocatorio, l'anomalia della unicità della giurisdizione, che vede chi accusa e chi giudica collocati nella medesima organizzazione», viene spiegato. «Sarebbe sufficiente osservare che, come gli avvocati hanno diritto di criticare liberamente ciò che non condividono, i magistrati godono dell'altrettanto libero diritto di manifestare la loro disapprovazione rispetto ai contenuti e ai modi di tale critica», ma «ciò che appare del tutto fuori luogo», secondo i penalisti, è «la scomposta reazione della locale Anm di profili intimidativi, questi si grotteschi, quanto inaccettabili».
Il riferimento è alla richiesta di apertura di procedimenti disciplinari contro i penalisti richiesta dalle toghe. Il video «rappresenta in termini satirici, assolutamente leciti e pienamente legittimi e condivisi l'esercizio del diritto di critica tutelato dall'art. 21 della Costituzione», scrive l’Ucpi rispetto alle accuse di vilipendio all’ordine giudiziario. «Ma ove mai i magistrati che hanno inteso elaborare la missiva in questione volessero prendere sul serio le proprie affermazioni, sarebbe bene ricordare loro che il vilipendio all'Ordine giudiziario è reato procedibile d'ufficio».
E la conclusione dell’Ucpi è netta: «La libera espressione del pensiero è un valore fondante della democrazia, che continueremo a farne uso, come sempre abbiamo fatto per sostenere ciò in cui crediamo e ancor più lo faremo per sostenere la riforma costituzionale della separazione delle carriere, senza preoccupazioni e rinviando al mittente ogni intimidazione».
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