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L’accordo di maggioranza regge, solo Italia Viva vota tutti gli ordini del giorno contro il parere del governo. Se tutto andrà come previsto, quindi, la guardasigilli avrà rispettato le promesse del Pnrr, che prevedevano l’approvazione delle tre riforme: penale, civile e ordinamento giudiziario, di cui ora andranno redatti i decreti attuativi.
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La riforma contiene lo stop alle porte girevoli, la nuova legge elettorale del Csm; la riorganizzazione delle nomine; il fascicolo professionale aggiornato ogni anno per ogni magistrati; lo stop al passaggio di funzione per più di una volta e il voto unitario dell’avvocatura nei consigli giudiziari.
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Le toghe criticano la riforma, ma crescono i dubbi sull’utilità dello sciopero su cui si deciderà il 30 aprile. Il problema riguarda anche i tempi dell’iniziativa: lo sciopero, infatti, rischia di essere indetto dopo il via libera definitivo alla riforma.
La riforma dell’ordinamento giudiziario è stata approvata alla Camera con 328 voti favorevoli: la maggioranza ha tenuto fede agli accordi e la prossima settimana il testo arriverà in Senato per il via libera finale. «Tutto è perfettibile, ma questa è la riforma migliore possibile», ha detto la ministra della Giustizia, Marta Cartabia. Il governo spera che non ci sia bisogno della fiducia, come ha auspicato il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto che si è detto «convinto della le



