La dinamica della sparatoria di Voghera, in cui l’assessore alla Sicurezza della Lega Massimo Adriatici ha ucciso un cittadino marocchino, è ancora da chiarire. La procura ha disposto una perizia balistica e l’ipotesi di reato per cui Adriatici è ora agli arresti domiciliari è eccesso colposo di legittima difesa.

A sovrapporsi, tuttavia, è il livello politico. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha registrato un video in difesa del collega di partito al grido di «la difesa è sempre legittima», che è stato lo slogan della legge che ha allargato le ipotesi di legittima difesa approvata durante il governo Conte I.

Oltre ad un tempismo che, come spesso accade al leader leghista, precede qualsiasi accertamento giudiziario dei fatti, le frasi di Salvini mischiano e confondono i fatti. L’esordio è: «Altro che far west a Voghera, si fa strada l’ipotesi della legittima difesa». In realtà, l’ipotesi di reato è quella di eccesso colposo di legittima difesa, che rientra nella fattispecie penale dell’omicidio colposo, commesso appunto uscendo dai limiti della scriminante della legittima difesa. Poi prosegue: l’assessore sarebbe stato «vittima di una aggressione a cui ha risposto, accidentalmente è partito un colpo che ha ucciso un cittadino straniero». Ma se così fossero andati i fatti l’ipotesi sembrerebbe essere quella di omicidio colposo. La legittima difesa, infatti, presuppone un’aggressione che causi pericolo attuale e che la difesa – in questo caso sparando un colpo di pistola - sia commisurata all’offesa che si sta subendo e ci sia la volontà di difendersi. In questo caso invece, proprio secondo Salvini, il colpo di pistola sarebbe partito accidentalmente e non volontariamente.

Lo stesso Adriatici, infatti, ha sostenuto davanti agli inquirenti che il colpo di pistola sarebbe partito «per sbaglio», mentre cadeva dopo una spinta ricevuta dall’uomo, «furioso perché stavo chiamando la polizia».

Difesa da cosa?

Da chiarire, però, restano diversi elementi determinanti per valutare l’ipotesi di reato: il presunto aggressore non era armato e non avrebbe nemmeno avuto in mano una bottiglia come inizialmente era stato detto, mentre Adriatici aveva già in mano la pistola, legittimamente detenuta e che portava con sé in giro per la cittadina, carica e con un colpo in canna.

Salvini aggiunge: «Di fronte a un’aggressione, come extrema ratio la difesa è sempre legittima. Tanto più se si ha davanti un soggetto noto alle forze dell’ordine e ai cittadini, quindi evidentemente non si è trattato di un regolamento dei conti».

Anche questo, se è vero per Salvini, non è così per l’ordinamento. Di fronte a un’aggressione, la difesa è legittima se «proporzionata all’offesa» ricevuta, anche negli strumenti con cui avviene. Per esempio: sparare a un uomo disarmato con cui si sta avendo un alterco, anche se si viene spinti, difficilmente rientrerà tra i casi di legittima difesa. Nulla conta anche il possibile passato delinquenziale dell’aggressore, ma solo la dinamica di quel che succede sul momento.

Il rapporto di proporzione

La difesa «sempre legittima» a cui Salvini forse si riferisce è quella prevista dalla sua riforma del 2019, che prevede che il rapporto di proporzione «sussiste sempre», ma solo nei casi di violazione di domicilio (o di fatti avvenuti dentro i luoghi in cui si svolge attività commerciale o professionale) e di necessità di difendere «la propria o altrui incolumità» e «i beni propri o altrui». Dunque non certo il caso dell’assessore leghista. La sparatoria, infatti, è avvenuta alle dieci di sera in una piazza di Voghera.

Per accertare se un reato è stato commesso oppure se si è trattato di legittima difesa serviranno indagini e perizie, sono al vaglio i video delle telecamere della zona e le indagini sono in corso. Il parametro per valutare in quale delle ipotesi si ricada, però, è quello dell’analisi della dinamica dei secondi in cui il colpo è partito dalla pistola. Tanto per cominciare, se una aggressione fisica c’è stata oppure se si è trattato solo di uno scontro verbale. Come mai l’assessore ha estratto la pistola, e perché il colpo di pistola si trovava già in canna.

Notazione a margine, invece, meritano le descrizioni di Salvini: l’assessore Adriatici è «un docente di diritto penale, funzionario di polizia, avvocato penalista noto e stimato in città», insomma una persona «perbene»; il trentanovenne ucciso è «un cittadino straniero già noto purtroppo in città per violenze, aggressioni e addirittura atti osceni in luogo pubblico». Inutile esplicitare quale sia il sottinteso. Per fortuna dei cittadini, l’ordinamento non usa questi parametri per valutare se sia legittimo o meno uccidere un uomo, che questo sia avvenuto per una tragica casualità, per legittima difesa o volontariamente.

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