Ragionando su Quirinale e Palazzo Chigi, viene da chiedersi se è possibile tirare avanti un altro anno con questo parlamento. Consideriamo le procedure già avviate per l’implementazione del Pnrr, la gestione della pandemia, il non rinviabile disegno di riforme del fisco e delle pensioni: tutto ciò è in grado di svolgersi per un altro anno nonostante un parlamento sfilacciato, litigioso, con partiti tutti in crisi di identità, presumibilmente non più rappresentativo delle preferenze politiche del paese?

Si può cominciare a rispondere nel caso Draghi e la sua squadra rimangano al governo.

Se la risposta è sì e si può continuare così, l’ideale sarebbe ottenere che anche Sergio Mattarella rimanga, magari mentre il parlamento modifica la Costituzione eliminando la rieleggibilità del presidente della Repubblica e il semestre bianco.

Meglio ancora sarebbe, ma forse è insperabile, se nello stesso periodo venisse anche aggiustata la legge elettorale e fatto qualche altro ritocco alla Costituzione, sulle funzioni delle due Camere e su certi aspetti del Csm.

Se Mattarella non accetta e lascia il posto a qualcun altro al Quirinale, Draghi potrebbe rimanere al governo anche dopo il 2023 con le nuove Camere, supponendo che la transizione-maturazione dei partiti, dopo lo shock elettorale e con molti meno parlamentari, avrà ancora bisogno di un periodo di assestamento con una maggioranza di ampio spettro.

Ma non è detto che la risposta alla domanda fatta sopra sia positiva, che si possa fare l’indispensabile con questo parlamento, anche se Draghi andasse al Quirinale e il governo rimanesse nelle mani di qualcuno che, pur da lui indicato, non abbia il suo tocco, il suo polso, la sua statura.

 Allora sembrerebbe meglio giungere al più presto allo scioglimento delle Camere, rompendo la legislatura, nonostante le resistenze di molti parlamentari che temono di non esser rieletti, gestire le elezioni e formare un nuovo governo. Un’acrobazia che lo steso Draghi, al Colle, avrebbe difficoltà a fare. Ma forse, se c’è qualcuno in grado di farla, è proprio lui.

Perciò, se questo parlamento non è sostenibile, è meglio che al Colle ci vada Draghi di corsa, garantendo tutto ciò che dal Colle si può garantire, senza insensate e inopportune ipotesi golliste.

Ma interrompere la legislatura implica comunque un periodo pericoloso da attraversare: i mesi, molti, necessari per aprire e svolgere la crisi, chiamare elezioni, avviare il nuovo governo. Potrebbe l’ “ordinaria amministrazione”, magari senza Draghi perché è al Quirinale, riuscire a rispettare le scadenze con l’Europa e le urgenze inevitabili perché il paese viva senza disastri la coda della pandemia e una fase decisiva dell’implementazione del Pnrr?

Se è chieder troppo, meglio salvare a tutti i costi la fine naturale della legislatura. Il che è più facile se Draghi rimane a palazzo Chigi. Sperando, dato che Mattarella esclude la staffetta, che possa rimanervi anche nella prossima.

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