- La circostanza che il delitto sia stato compiuto trent’anni fa e che il perdono e la remissione della scomunica di Rupnik siano arrivati solo nel 2019 comporta che il notissimo prete-artista abbia predicato, celebrato messa, girato il mondo, ricevuto il plauso di papi e finanziatori delle sue opere con una scomunica sul groppone.
- Come può il superiore dei gesuiti dire che questo elemento non intacca il valore della produzione teologica e artistica di Rupnik?
- Come può un dirigente della Chiesa considerare una scomunica una pena da nulla, un fatto secondario?
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