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Alleanze e debolezze, ecco perché il Pd non può abbandonare Conte

  • Che la classe dirigente del Nazareno sia subalterna a un premier che appare inadeguato ad affrontare sfide epocali come la pandemia e la gestione del Recovery Fund è disamina non del tutto scorretta.
  • E neppure sbaglia chi dice che Nicola Zingaretti e i suoi colonnelli soffrano di una cronica mancanza di audacia, e di un’idiosincrasia all’azione simile a quella dei personaggi di Samuel Beckett.
  • Ma le analisi se parziali possono condurre a sentenze ingenerose, soprattutto se non si allarga il contesto e non si conoscono bene le carte in mano ai leader. Sbirciando con attenzione, si scopre così che il Partito democratico sta partecipando a una partita difficilissima senza avere né punti decenti né assi nella manica.

Il “dagli al Pd” è da anni uno sport molto praticato. Così non sorprende che anche in queste ultime settimane, mentre Matteo Renzi e Giuseppe Conte si giocano il futuro del governo al tavolo da poker, i democrat siano oggetto di critiche e di scherno. Perché - questa l’accusa - appaiono ancora una volta incapaci di prendersi la scena e di dare risposte chiare all’antica domanda (leninista) su che fare. Che la classe dirigente del Nazareno sia subalterna a un premier che appare inadeguato ad aff

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