Commenti

All’Italia serve un condottiero molto più che un confessore

Budapest, Matteusz Morawiecki e Viktor Orban AP Photo/Laszlo Balogh
Budapest, Matteusz Morawiecki e Viktor Orban AP Photo/Laszlo Balogh
  • Nella conferenza stampa di qualche giorno fa il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto: «A me piace ascoltare». Attitudine encomiabile. Eppure un presidente che ha davanti a sé una serie grande di rotture da sanare – politiche, istituzionali, economiche, sociali – non è confessore, ma condottiero.
  • Ho il timore che il ritardo nelle vaccinazioni provocherà un ritardo su tutta la risoluzione dei problemi aperti in Italia. Cominciando da quelli di carattere sociale e dal Recovery plan, che di fatto si ritrova spostato in avanti nel tempo. Ma anche in Europa.
  • Infine le destre europee si sono spostate su un terreno non più manifestamente anti europeista. Approfittano della profonda crisi della sinistra europea per aprire un nuovo fronte. Non va sottovalutato l’incontro fra Salvini, Orbán e Morawiecki.

Nella conferenza stampa di qualche giorno fa il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto: «A me piace ascoltare». Attitudine encomiabile. Eppure un presidente che ha davanti a sé una serie grande di rotture da sanare – politiche, istituzionali, economiche, sociali – non è confessore, ma condottiero. Deve guidare. Si ha l’impressione che l’apparato trasversale di governo che ha cooptato e inglobato Draghi, lo faccia vivere nell’illusione che può diventare il candidato alla presidenza della

Per continuare a leggere questo articolo

VAI ALLA PAGINA DELL’AUTORE