Quanto all’antifascismo, un ciclo sembra essersi compiuto con l’appello di questi giorni alla sobrietà. Ma i motivi sono molto più profondi, a cominciare da una questione generazionale che ormai interpella la quasi totalità degli italiani, per continuare poi con il riconoscimento che antifascismo e democrazia vanno in crisi quando mirano a una falsa unione piuttosto che a una reale separazione
Quanto alla recezione pubblica del 25 aprile, è difficile non riconoscere che un ciclo storico sembra essersi compiuto. Un ciclo che comincia probabilmente con l’improvvido discorso di Violante del 1996 e che termina con l’invito paternalistico di questi giorni alla sobrietà, come se l’antifascismo contenesse in sé una retorica carnevalesca e non fosse invece per sua essenza una tragica memoria dei morti. Dobbiamo ritenere tutto ciò intollerabile, ma forse ci conviene contestualizzare questa mal



