- Tesla inizierà ad utilizzare una nuova chimica per le sue batterie, passando dalla classica composizione nickel-cobalto-alluminio (cosiddetta Nca) ad una a litio-ferro-fosfati (Lfp).
- Per le batterie LFP non è necessario il cobalto, minerale estratto quasi esclusivamente nella Repubblica Federale del Congo, e la cui filiera rimane spesso poco trasparente.
- L’utilizzo massivo di sistemi di accumulo è un tema ricorrente nel mondo ambientalista, in quanto diventerebbe un pezzo fondamentale nella transizione elettrica.
Tesla inizierà ad utilizzare una nuova chimica per le sue batterie, passando dalla classica composizione nickel-cobalto-alluminio (cosiddetta Nca) ad una a litio-ferro-fosfati (Lfp). Le nuove batterie sono già state testate negli ultimi mesi sulle Model 3 prodotte in Cina, nella fabbrica di Shanghai: la nuova chimica ha un costo nettamente minore in termine di materie prime, soprattutto a causa dell’alto costo di un metallo come il nickel, che ha subito un’impennata con i recenti problemi glo



