- A un anno dalle elezioni politiche torna alla ribalta il tema del regionalismo differenziato. Si riparte da dove il discorso si era interrotto, all’inizio del 2020, con l’insorgere della pandemia.
- A giudicare dalla bozza di legge quadro diffusa dal ministro per gli affari regionali, il tempo sembra essersi fermato: l’approccio a una riforma suscettibile di cambiare profondamente la natura del nostro ordinamento è lo stesso proposto due anni fa.
- Il rischio è quello di una bulimia regionale di potere favorita dalla presenza di partiti politici nazionali che sembrano essere tali solo nella forma, nella sostanza a loro volta regionalizzati.
Autonomia differenziata, il rischio di trovarci con venti ragioni a statuto speciale
20 giugno 2022 • 11:30Aggiornato, 20 giugno 2022 • 11:34