- Ha ragione Piero Ignazi che su questo giornale ha motivato una riabilitazione delle correnti, anche dentro il Pd. «Un partito che non si confronta si riduce a una palude».
- Date le regole che quel partito si è dato il peso delle correnti è risultato proporzionale all’impossibilità di una normale dialettica dentro i suoi gruppi dirigenti.
- Sarebbe prova di saggezza archiviare lo strumento delle primarie per la nomina del segretario del Pd. È arrivato il tempo di recuperare il senso dell’autonomia e dell’orgoglio di chi compie una scelta di campo. Di appartenenza.
Ha ragione Piero Ignazi che su questo giornale ha motivato una riabilitazione delle correnti, anche dentro il Pd. «Un partito che non si confronta si riduce a una palude», ha scritto così. Se non bastassero le opinioni, a dargli ragione sono i fatti. In quindici anni di vita quel partito ha cambiato otto segretari. I due che lo hanno guidato più a lungo, smessa la carica hanno pilotato altrettante scissioni. Un paio d’altri hanno cambiato vita e mestiere. L’ultimo si è dimesso con rumore denunc



