Si perde l'anima se la memoria si frantuma. La verità condivisa è un imbroglio, un modo di annullare le responsabilità. Non c'è condivisione possibile tra chi organizzò e eseguì la strage e oggi vive in libertà grazie alle leggi dello Stato democratico, come Fioravanti e Mambro, e chi ha perso per sempre un suo caro e vive in anonima dignità
Ancora una volta i tre fischi del treno alle 10.25, l'ora della strage, degli assassini, degli sciacalli che erano annidati nello Stato. E il silenzio, rotto dagli applausi, che accompagna i passi dei familiari delle vittime, nel corteo tra le strade del centro, di chi c'era, di chi è venuto dopo, di chi non c'è più. «Vidi un corpo in fiamme, un occhio pendeva fuori dalle orbite», si avvicina Roberto Castaldo, sopravvissuto alla strage, era un bigliettaio del treno, si salvò per caso, il gruppo



