La decisione di usare un determinato genere dice tanto di noi. Chiediamoci perché abbiamo crisi selettive di accettabilità solo di fronte a un determinato tipo di femminili: quelli che segnalano mestieri o ruoli che fino a tempi recenti erano appannaggio maschile. Non questione di lingua, dunque, ma del sempiterno – e per quanto mi riguarda spesso deleterio – “si è sempre fatto così”
Qualche giorno fa Pietro Sermonti mi ha telefonato per raccontarmi di seguire con grande interesse le gesta della nazionale di calcio femminile, che sta facendo faville – a proposito: sono giovani e bravissime atlete, ed eviterò di chiamarle “ragazze”, dato che non mi va di infantilizzarle – e che all’inizio della partita dei quarti di finale aveva notato che la squadra, composta di sole donne, aveva intonato l’inno nazionale, Fratelli d’Italia, anche se tecnicamente sarebbero “sorelle”. Un grup



