Sfera Ebbasta è un rapper piuttosto spregiudicato, famoso anche perché a un suo concerto a Corinaldo, esattamente due anni fa, sono morte sei persone: colpa di una banda che spruzzava spray urticante per rapinare i fan, ma anche di un’organizzazione che non é riuscita a garantire la sicurezza. Sfera Ebbasta pubblicizza ora i suoi prossimi concerti, il più immediato é a settembre 2021, quando - si spera - saremo tutti vaccinati. 

Un rapper ribelle è assai più prudente del governo, delle regioni e delle associazioni di categoria che invece sono ossessionate dal Natale e hanno deciso che bisogna a tutti costi dedicarsi a un paio di settimane di shopping, tra un lockdown e l’altro. Abbiamo tutti diritto a una pausa nella tragedia, dicono, e l’economia deve rifiatare. 

Se perfino Sfera Ebbasta capisce che non si possono tenere concerti mentre ancora il virus corre e ogni contatto non necessario aumenta la probabilità che qualcuno muoia, sorprende che questo semplice concetto sfugga alle nostre autorità sanitarie. 

Abbiamo già visto cosa succede, con discoteche, spiagge e traghetti questa estate. Ogni giorno muoiono 700 persone, molte di loro sarebbero ancora vive se ad agosto i locali fossero rimasti chiusi e se il governo avesse adottato misure restrittive quando era necessario e non quando era politicamente conveniente.

Ora circola l’insana idea di allentare le restrizioni proprio quando sarebbero più necessarie, dal 3 dicembre, quando scade uno dei vari Dpcm in vigore. Norme troppo blande proprio quando c’è il rischio massimo di contagio produrrebbero un’altra strage. Una strage, peraltro, non necessaria perché abbiamo vaccini molto efficaci quasi pronti, si tratta di resistere ancora qualche mese per vederne i benefici. La pandemia diventerà molto meno pericolosa ben prima che tutti siano vaccinati, perché si ridurrà il numero dei potenziali infetti. 

Il dilemma tra salvare le vite e salvare l’economia è falso: nessuna economia prospera sui cadaveri, gli Stati Uniti se la cavano meglio di noi non grazie ai 252.000 morti ma perché gran parte delle imprese che beneficiano dalla crisi (dal digitale al farmaceutico) sono americane.

Mentre la nostra manifattura procede - pare - in relativa sicurezza, i servizi come ristoranti, intrattenimento e turismo soffocano. Ma non sarà qualche pranzo di Natale con terapia intensiva dopo il dessert a svoltare, e neanche qualche regalo con la sorpresa del virus sotto il fiocco a ripianare i conti di un anno orribile.  

L’economia ripartirà con la sicurezza sanitaria, dopo il vaccino: il Pil si salva salvando le vite, rimandiamo lo scambio dei regali a quando saremo tutti immunizzati, facciamo un Vax Day, ma evitiamo la strage natalizia. 

Se le autorità sanitarie sbaglieranno la gestione delle feste natalizie, nessuno si fiderà di loro nella delicata fase della distribuzione del vaccino, quando il rischio di tensioni sociali sarà massimo. E questa sarebbe l’ennesima tragedia evitabile. 

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