Quando si tratta di commentare notizie che riguardano la Russia, un analista politico si scontra sempre con contradditorie fonti di informazione. Il “caso Navalnyj” non costituisce un’eccezione e merita di essere affrontato con estrema cautela senza lasciarsi, però, condizionare dalla drammaticità della situazione.

Sappiamo che, da un lato, i sostenitori e la figlia del blogger russo hanno lanciato l’allarme sulle gravi condizioni di salute: «Potrebbe morire da un momento all’altro». Dal 31 marzo Navalnyj è in sciopero della fame per protestare contro le autorità penitenziarie che gli negano la visita dei suoi medici di fiducia pur manifestando un dolore alla schiena, l’intorpidimento delle gambe, febbre e una forte tosse.

La perdita di 15 chili (di cui 8 ancor prima del digiuno) e le conseguenze dell’avvelenamento da Novichok hanno indubbiamente contribuito ad accelerare lo stato di malessere. Il bollettino medico diffuso dai famigliari attesta che il potassio di Navalnyj è a 7,1 (normalmente tra 3,6 e 5,5), la creatinina a 152 (tra 80 e 114 il valore normale) e l’acido urico a 809 (fino a 420 il valore standard). Si tratta di valori che confermerebbero un’imminente aritmia e/o arresto cardiaco.

Dall’altro lato, le autorità russe hanno sempre sottolineato che le condizioni  del prigioniero «sono soddisfacenti» e minacciato l’ipotesi di sottoporlo a un’alimentazione forzata a dimostrazione della volontà di curarlo per evitare che muoia in carcere.

Sono stati anche diffusi alcuni video da Ren tv e Izvestija che mostrano il prigioniero mentre dorme tranquillamente, legge ed esegue flessioni a terra.

La versione del Cremlino, diffusa nei vari mass media, è ormai chiara. Navalnyj è un provocatore in cerca di visibilità che ha problemi di droga e di alcol ed è sostenuto politicamente ed economicamente dalle intelligence straniere per destabilizzare il paese. Ieri il canale Rossija 24 ha mostrato una foto che compara il volto di Navalnyj a quello ubriaco dell’ex presidente Boris Eltsin; un messaggio subliminale che affianca l’immagine del dissidente al protagonista del più traumatico e instabile periodo storico del paese.

La sfida a Putin

Nel frattempo i collaboratori dell’attivista hanno convocato la “più grande manifestazione della storia del paese” per oggi alle 19, lanciata dalla piattaforma online Free.Navalny.com a cui hanno aderito sinora 465.000 persone in 106 città. Nello stesso giorno in cui il presidente Vladimir Putin terrà il suo discorso alla nazione si prevede che le forze dell’ordine prenderanno tutte le misure necessarie per fermare queste “illegali” azioni di protesta.

Inoltre, sono stati adottati provvedimenti legislativi che inseriscono la Fondazione per la lotta contro la corruzione di Navalnyj tra le «agenzie straniere estremiste» e, come tale, soggetta alla messa in bando e all’incarcerazione sino a dieci anni dei suoi dirigenti, dipendenti e di chiunque abbia condiviso loghi, simboli e contenuti dell’ organizzazione.

La questione generazionale

Qualche giorno fa l’istituto di ricerca indipendente  Levada ha pubblicato i risultati di un’inchiesta in base alla quale l’82 per cento dei russi è a conoscenza dell’esito del processo di Navalnyj, il 48 per cento ritiene che la condanna sia giusta, il 29 per cento sia ingiusta e il 23 per cento ha difficoltà a rispondere.

Tra coloro che ritengono ingiusta la decisione, il 50 per cento è compreso nella fascia d’età 18-24, il 36 per cento tra i 25-39 mentre il 60 per cento degli over 55 condivide la sentenza. La questione generazionale sembra discriminare meglio l’atteggiamento di protesta o di consenso nei confronti del Cremlino. 

Navalnyj può contare sulla voglia di cambiamento in atto tra i giovani che sono stufi della gestione del potere del “nonno bunker” e guardano con profondo interesse tramite i social le opportunità che l’Occidente può offrire.

È sufficiente la mobilitazione dei giovani per indebolire il presidente Putin e organizzare una efficace alternativa al potere? Navalnyj è considerato il principale oppositore del Cremlino molto più all’estero rispetto alla reale percezione nell’opinione pubblica russa. Tuttavia, il “caso Navalnyj” costituisce una delle più significative cause di tensione e deterioramento dei rapporti con l’Occidente e Putin ormai non può far finta che questo problema non esista.

E’ probabile che il Cremlino abbia sottovalutato le capacità strategiche e il carattere ostinato e irriducibile di Navalnyj quando gli ha concesso lo scorso agosto di recarsi in Germania: rimanendo in Russia la salute di Navalnyj non avrebbe assunto una “rilevanza internazionale”.

Il corpo come arma

Se guardiamo ai precedenti illustri dei dissidenti nella storia della Russia di Putin, come i casi di Michail Chodordovskij e Sergej Magnitskyj, Navalnyj sta usando il proprio corpo come l’unica arma politica che gli è rimasta a disposizione per mantenere viva l’attenzione dei cittadini in vista delle prossime elezioni parlamentari. Cosa potrebbe succedere se Navalnyj dovesse morire?

I suoi sostenitori rischierebbero l’oblio e l’opposizione extra-parlamentare rimarrebbe frammentata e inefficace: alcuni dei suoi più stretti collaboratori sono già scappati all’estero. Per l’Occidente Navalnyj diventerebbe un martire, ma de facto verrebbe a meno uno strumento per sostenere la “promozione dei diritti” in Russia, i leader europei si limiterebbero a dichiarazioni di sconcerto e applicherebbero altre sanzioni.

Per Putin si risolverebbe un problema anche di livello internazionale, ma sarebbe indifferente alle accuse di essere un “killer”, come ha già dimostrato in passato.

Le varie opzioni in gioco inducono a considerare che il coraggioso Navalnyj, vittima del regime, continuerà nel suo sciopero della fame ancora per qualche settimana mentre il Cremlino adotterà tutte le misure repressive necessarie contro le manifestazioni di protesta.

In questo contesto l’Occidente non può lasciare solo Navalnyj, ma dovrà rivalutare una più efficace azione persuasiva sostituendo il dialogo e la negoziazione alla politica assertiva che sinora non ha comportato alcun efficace risultato.

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