- L’assoluzione dell'Eni e il suo amministratore delegato Descalzi sul Nigergate ha spaccato in due l'opinione pubblica tra gli ipergarantisti che denunciano presunte persecuzioni giudiziarie e i fan dei pm
- Da dieci anni i magistrati italiani provano a identificare le storture del sistema all’italiana basato su transazioni milionarie verso funzionari pubblici stranieri e mediatori, ma perdono quasi tutti i processi
- Colpa, a volte, di impianti accusatori deboli. Ma anche di standard probatori altissimi: provare la corruzione internazionale è ormai una mission impossible, e i pm hanno armi spuntate inadatte a vincere la battaglia
Caso Eni, nella guerra tra garantisti e manettari vincono solo i corrotti
20 marzo 2021 • 11:28Aggiornato, 20 marzo 2021 • 15:36