Non si possono ridurre i cattolici a una corrente del partito per ragioni organigrammatiche e di potere. Essi devono avere ben altre ambizioni, come nelle migliori stagioni del passato. Sarebbe contraddittorio e regressivo che a indulgere a un tale approccio spurio e riduttivo, sulla scia di quanto fatto da Meloni al Meeting di Rimini, fossero quei cattolici che, per tradizione e per cultura, fanno leva su una nitida distinzione tra religione e politica
Al Meeting ciellino di Rimini, Giorgia Meloni, con l’ausilio di qualche generoso ghostwriter, ha fatto una incursione nelle vivaci dispute interne all’associazionismo cattolico degli anni Settanta-Ottanta, naturalmente sposando senza riserve il punto di vista dei suoi plaudenti ospiti. O più esattamente dei loro attempati ascendenti. Facendo la caricatura polemica degli interlocutori di allora: l’associazionismo cattolico tradizionale e, segnatamente, l’Azione cattolica e la stessa chiesa istitu



