È un film intenzionalmente didascalico, immediato, relatable, come direbbero gli americani. E non solo per l’immedesimazione che si prova nel condividere la gioia di conquiste civili mai scontate, ma perché tutte, da un continente all’altro, almeno una volta siamo state la Delia di qualcuno
Se il titolo scelto da Paola Cortellesi per C’è ancora domani, oltre che un messaggio di speranza, fosse anche un augurio inconscio di lunga vita alla sua opera, si può dire che ha funzionato benissimo. Sono passati due anni da quando la pellicola in bianco e nero a metà tra neo-neorealismo e piece teatrale è passata dalle sale cinematografiche, generando un insolito effetto domino di interesse che l’ha resa la decima più vista di sempre in Italia. E la corsa non si è ancora fermata. L’ultima ta


