Tutti, almeno una volta nella vita, si sono chiesti a che cosa si riferisse Loretta Goggi quando, con trasporto e disperazione, cantava a squarciagola «Che fretta c’era, maledetta primavera?», e poi insisteva, rincarando, con «Che fretta c’era? Lo sappiamo solo io e te».

Un mistero la cui risoluzione ci è sempre stata negata. Complice anche l’omertà della stessa Loretta Goggi la quale non ha mai voluto esprimersi in merito, neanche fornendoci qualche misero indizio.

Capire a cosa si riferisse quel «lo sappiamo solo io e te», e che fretta ci fosse per la Primavera, ci ha perseguitati.

Quantomeno, la domanda ha perseguitato me, e questo basta per immaginare che abbia perseguitato tutti quelli che l’hanno ascoltato almeno una volta.
Sembra strano questo verso rivolto alla Primavera, perché la Primavera, nell’immaginario collettivo, è sempre stata una meravigliosa stagione carica solo delle cose più belle della vita, e quindi chi mai potrebbe prendersela con lei, e soprattutto, perché?

Una truffa studiata

Eppure da qualche tempo ho iniziato a sospettare che questa cosa della primavera come periodo di gioia, allegria, spensieratezza e felicità, sia un grosso inganno.

Una truffa ben studiata, come le confezioni di ravioli che indicano di contenere due porzioni, e invece nella realtà la quantità della busta basta a malapena per mezza porzione.

Ogni dubbio va indagato con una raccolta analitica di dati a supporto, e così ho cercato di capire se davvero questo arrivo del solstizio porta solo delizia nella nostra esistenza, analizzando, uno per uno, tutte le caratteristiche di questo periodo:

Fiori. I fiori, questa meraviglia del regno vegetale che così, di botto, senza senso, esplodono in tutta la loro manifestazione di profumi, colori, e pollini.

Sì, pollini, quelle minuscole particelle di male, che si infiltrano nelle vie aeree, generando reazioni, allergie e malesseri,  starnuti, pruriti, stanchezza che neanche le forme più estreme di covid 19. Tutta colpa di quei bellissimi, delicatissimi, bastardissimi fiori di merda.

Cambio Stagione. Con l’arrivo della primavera arrivano anche i vestiti più leggeri, più corti, più colorati e bisogna mettere via maglioni, cappotti, scarpe pesanti. Ma metterli via… dove?

Chi è che nel 2022, nelle case minuscole che ci si può permettere con il dislivello tra il costo della vita e la media degli stipendi, può ancora permettersi spazi in casa per armadi dedicati agli indumenti della stagione precedente o successiva?

Cos’è questa idea del “cambio armadio” che fa tanto Seconda repubblica e stile di vita di Daniela Santanchè, che ci è stata tramandata da generazioni? E soprattutto perché, nonostante si dica sempre che “non esistono più le mezze stagioni”, ci sono ancora le giornate in cui si passa da 25 gradi al sole a 2 gradi all’ombra generando quel tragico effetto del “e ora che cazzo mi metto?”

Ormoni. Con l’arrivo della stagione degli amori aumenta la produzione ormonale e la conseguente voglia di accoppiamento. Ma chiunque abbia superato i 30 anni sa che gli ormoni sono più uno sbattimento che un vantaggio.

Desiderare di accoppiarsi significa uscire, conoscere gente nuova, nutrire speranza per la specie, tutte cose che dopo due anni di pandemia e durante un conflitto mondiale, sinceramente, nessuno ha più voglia di sperimentare.
Per non parlare dell’incubo di Tinder, un inferno di gente improbabile, quasi peggio della minaccia nucleare.

Le feste. La primavera porta con se feste quali Pasqua, 25 aprile e Primo Maggio, le quali, quest’anno, sommate tutte insieme, portano a malapena due giorni di ferie. Che trascorrerete, probabilmente, a fare un picnic all’aria aperta durante il quale dopo 5 minuti di sole - durante i quali prenderete gli antistaminici per il polline- e dopo scoppierà un temporale di 72 ore.

La sfiga. Negli anni, la primavera ha portato: una pandemia, un’altra pandemia, lo scoppio della guerra in Ucraina, l’attentato di Stoccolma, l’attentato a San Pietroburgo, il Terremoto dell’Aquila, il disastro del Moby Prince, l’incidente dell’Apollo 13, l’affondamento del Titanic, il disastro di Chernobyl, la nascita di Youtube. Tutti eventi funesti.

Ne possiamo dunque dedurre, con assoluto metodo scientifico, che la primavera, più che rinascita, porti sfiga.

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