I fatti raccontati dal Domani sul pestaggio di massa nel carcere di Santa Maria Capua Vetere mi hanno ricordato l’indifferenza che ha portato alla morte di mio fratello Stefano. L’Italia è un modello del diritto, ma negare le distorsioni e i crimini ne incrina le fondamenta
- Le violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere svelata dal Domani impongono una riflessione sul sistema carcerario. E meritano giustizia.
- Il carcere non è una discarica, ma deve tendere al reinserimento. I detenuti sono persone e vanno trattate come tali. A Santa Maria Capua vetere è stato sospeso il diritto. Una vicenda che ricorda il massacro della scuola Diaz a Genova nel 2001.
- C’erano agenti che non hanno fermato il massacro. La stessa indifferenze che numerosi pubblici ufficiali hanno avuto con pestaggio mio fratello Stefano, morto sei giorni dopo le botte in caserma, senza che nessuno si accorgesse di nulla.
Non ho mai smesso di chiedermi il perché di tanta violenza. Non riesco a cancellare dalla mia mente l’immagine del corpo di mio fratello Stefano, martoriato dai colpi inflittogli e poi abbandonato dagli innumerevoli pubblici ufficiali che lo hanno visto durante il suo calvario fino alla morte, sei giorni dopo il violentissimo pestaggio. Sospensione del diritto. Come accaduto nel Carcere di Santa Maria Capua Vetere. Video e testimonianze raccolte dai magistrati ricostruiscono scene di una violen
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