- Ogni anno si ripetono i titoli e gli allarmi sul caos della scuola: i ministri parlano della situazione che hanno “trovato” e le opposizioni attaccano.
- Dopo l’estate tutto solitamente si spegne ed è questo che rende atavici i problemi: può darsi che il perdurare della pandemia o le polemiche sui banchi tengano ancora accesa l’attenzione per qualche settimana. Poi riprenderà il silenzio.
- Ma i denari da soli rischiano di essere inutili se non ci sono idee e un luogo (una convenzione nazionale, un dibattito parlamentare o altro) in cui disegnare la scuola di domani.
Accadrà anche quest’anno? Forse sì: lo fa presumere il ripetersi dei titoli di giornale che ogni settembre accompagnano l’inizio dell’anno scolastico. “Caos scuola” lo si è detto di tutti i ministri dell’Istruzione, Sergio Mattarella incluso: in un ripetersi identico di descrizioni di disastri che fra agosto e settembre sono quasi sempre gli stessi: i vuoti lasciati dalle procedure di trasferimento, che però nessuno vuole irrigidire; la possibilità di scelta della scuola di chi viene immesso in



