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Cinque anni dagli accordi di Parigi sul clima non sono passati invano (tranne che in Italia)

Oxfam activists wear masks from left, of French President Francois Hollande, Chinese President Xi Jinping, U.S. President Barack Obama, India's Prime Minister Narendra Modi and German Chancellor Angela Merkel as they stage a protest ahead of the 2015 Paris Climate Conference, in Paris, Saturday, Nov. 28, 2015. Oxfam wants world leaders to get the best climate deal for poor people. (AP Photo/Thibault Camus)
Oxfam activists wear masks from left, of French President Francois Hollande, Chinese President Xi Jinping, U.S. President Barack Obama, India's Prime Minister Narendra Modi and German Chancellor Angela Merkel as they stage a protest ahead of the 2015 Paris Climate Conference, in Paris, Saturday, Nov. 28, 2015. Oxfam wants world leaders to get the best climate deal for poor people. (AP Photo/Thibault Camus)

Per non presentarsi a mani vuote al Climate Ambition Summit organizzato oggi dall'Onu, il Consiglio europeo ha raggiunto l'intesa sui nuovi obiettivi di medio termine dell'Unione: taglio delle emissioni del 55 per cento entro il 2030, per arrivare a zero entro il 2050.

  • A cinque anni dalla firma, gli accordi di Parigi hanno retto e l’unico paese che ha provato a uscirne, gli Stati Uniti, sta tornando indietro. Sono 110 i paesi nel mondo che hanno annunciato un percorso verso la neutralità climatica.
  • Il problema attuale sono strumenti e obiettivi a breve e medio termine, non all’altezza delle ambizioni. Il Consiglio europeo ha promesso di tagliare il 55% delle emissioni nette entro il 2030. La comunità scientifica chiedeva il 65 per cento, il Parlamento europeo il 60 per cento. 
  • Il ruolo italiano: la sviluppo delle rinnovabili è troppo lento, rischiamo di investire su tecnologie che ci allontanano dagli obiettivi e il dibattito nazionale sulla transizione energetica non c’è mai stato.

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