Risposta alle critiche dell’Antitrust

Come cambiare il codice dei contratti: partiamo dalle stazioni appaltanti

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  • La materia di contratti pubblici è schiava di una cultura giuridico-formale, schizofrenica tra la produzione di regole sull’azione sovrabbondanti e inutili e la tentazione all’aggiramento di quelle stesse regole.
  • Se vuoi trasformare il sistema (questa sì una vera riforma!) devi agire sulle condizioni operative dei soggetti (le amministrazioni) che in esso operano.
  • Ma anche un approccio organizzativo fondato solo su regole calate dall’alto non basta; servono interventi attivi, che investano direttamente le amministrazioni, utilizzando al meglio i fondi del Next Generation Eu.

Una delle contraddizioni maggiori nel documento dell’Autorità Antitrust sui contratti pubblici riguarda il tema delle stazioni appaltanti. La loro riqualificazione, anche attraverso una drastica riduzione del loro numero (oggi sono ancora oltre 37.000!), è (era?) uno degli assi portanti del Codice dei contratti del 2016. Solo stazioni appaltanti qualificate, dotate di personale e di risorse tecnologiche adeguate sono in grado di seguire, anche per conto di altre amministrazioni, tutto il proc

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