Ciao. Anche tu, nell’instabilità generale della tua vita, dove non puoi più programmare un weekend, le vacanze di Pasqua, e non sai nemmeno se domani potrai uscire a prendere il caffè o dovrai accontentarti di quello- pessimo- che fai in casa tua, ecco, anche tu ti sei svegliato una mattina e ti sei accorto che, di colpo, non sai più se c’è un governo. 
Non che te ne sia mai fregato niente, intendiamoci. 

Il governo è come l’amministratore di condominio: te ne ricordi solo quando ti arrivano i cedolini da pagare. Oppure quando salta la luce nel palazzo. 
Ecco, questo è il secondo caso. 

Il contatore è saltato all’improvviso, nessuno sa di chi sia la colpa, ma quel che è certo è che bisogna rifare il quadro elettrico.
Ora, tu di elettricità ne capisci quanto un pesce ne capisca di fisica quantistica, però ti viene in mente: ma non ci potevano pensare prima? E i soldi della rate condominiali come vengono usati?

Ma poi: l’amministratore chiamerà un elettricista bravo oppure l’amico dell’amico di suo cugino acquisito?

Tutte domande destinate a rimanere senza una risposta.

Ma in quel momento la figura fumosa dell’amministratore di condominio, che di solito nella tua quotidianità ha la stessa importanza delle mutande rosse che tua madre ti ha regalato nel capodanno 2000 e che sono chiuse nell’armadio da allora, assume un’importanza cruciale.

Questo essere, metà uomo, metà fax degli uffici anni Novanta, diventa il centro del tuo mondo. Devi interessarti a carte, documenti, elenchi, annose questioni burocratiche e noiosissime. Anche se non ne capisci un cazzo. 

Il fatto è che se te ne interessi troppo inizi a notare che si verificano delle cose spiacevoli nella tua esistenza: gastrite nervosa, senso di ansia generalizzato, e potresti anche ritrovarti ad ascoltare Guccini alle tre di notte il che, come si sa, è risaputamente lo stadio che precede il ricovero per Tso.

Ma c’è un modo per sopravvivere felici ed in salute a tutto questo?

Sì. Basta seguire queste semplici mosse:

  1. Evita accuratamente il telegiornale. Quello della mattina, quello di pranzo, ma soprattutto quello serale. Attenzione che ormai il telegiornale si nasconde nei posti più impensati e salta fuori all’improvviso quando non te l’aspetti. Se ti distrai un attimo ti becchi una MaratonaMentana direttamente sul telefono mentre stavi cercando un porno. Quindi piuttosto distraiti con la cultura. Leggi Balzac, ascolta Schubert, e pensa che ai loro tempi i primi ministri solitamente si sostituivano per decapitazione.  In prospettiva non ci è andata neanche troppo male.  
  2. Nascondi la tua tessera elettorale. La tessera elettorale può sbloccare ricordi dolorosi, tipo tutte le speranze che avevi l’ultima volta che sei andato a votare, e come le tue aspettative siano state deluse una dopo l’altra. Potrebbe ad un tratto tornarti alla memoria quel tuo post del 2018 dove dicevi “Ora sì che il vento sta cambiando”. Quindi nascondila dove puoi sempre ritrovarla se vuoi ma dove non puoi trovarla per caso, esattamente come si fa con le foto degli/delle ex. 
  3. Dedicati allo sport. Vanno bene tutte quelle discipline dove ci si allena, tramite la respirazione, a mantenere la stabilità e l’equilibrio fisico ed interiore. Particolarmente utile la nota pratica dello “Yoga della bestemmia.” Dove ogni 5 respiri puoi lanciare una imprecazione a caso.
  4. Se proprio non ce la fai ad evitare l’argomento politico e senti l’impellente esigenza di parlarne con qualcuno… prenditi un cane. Un cane è l’unico che alla domanda “Cosa ne pensi di Draghi?” ti darà una risposta onesta: farà scena muta. Non si fingerà politologo europeista esperto di economia e soprattutto non millanterà di conoscere la biografia di uno che la propria biografia non l’ha mai raccontata neanche a se stesso.
  5. Pensa in grande: non concentrarti sul momento presente ma pensa al futuro. Quando un giorno, seduto sulla tua poltrona, circondato dalla famiglia che sarai incredibilmente riuscito a farti nonostante uno dei periodi più allucinogeni della storia dell’umanità, guarderai i tuoi figli e potrai dire loro «Eh, ai miei tempi il presidente della Repubblica era Sergio Mattarella. Non Silvio Berlusconi». E capirai, finalmente, il significato della frase: «Si stava meglio quando si stava peggio».

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