Un anno fa pareva fantascienza, ma ora la Ue si indebita sui mercati per la Next Generation Eu. Una larga fetta è per l'Italia, la più colpita dal Covid. Se però nel 2026 i progetti finanziati dal Ngeu non marciano, niente soldi, e quelli incassati vanno restituiti. Ciò spinge verso gli investimenti in infrastrutture e ad asciugare le procedure per approvare e gestire i progetti.

C'è rischio di passare dal “No a tutto” del vecchio M5s all'assalto alla diligenza che, in nome dello sviluppo, distrugge l'ambiente. È come abbattere un'antica foresta e svendere la legna, inconcepibile farlo in nome della prossima generazione, per cui va preservata.

Abbiamo sfigurato le nostre coste; salviamo almeno la montagna, ultimo rifugio della bellezza silenziosa della natura. Chi scavi nel Pnrr vedrà alcune horror story, tutte a trazione leghista.

Il Veneto vuol spillare alla Ue 100 milioni per collegare Cortina ad Alleghe stringendo la maestosa muraglia del Civetta in un reticolo di impianti, fino ad Arabba e alla Marmolada per collegarsi allo Skipass Dolomiti.

Veneto e Provincia di Bolzano vaneggiano di un tunnel che buca il gruppo del Sella ad Arabba e sbuca in Badia, Gardena e Fassa; chiedono 100 milioni, che la Ue non darà mai, non pagherebbero due-tre chilometri!

La Lombardia vuole 100 milioni per innevamenti artificiali, destinati anche ad aree senza turismo.

Il Piemonte include nel Pnrr i piani della S. Domenico Ski, della svizzera Mibafin Sa (ignoti i beneficiari ultimi), per collegare i suoi modesti impianti con la splendida, intatta, Alpe Devero; chiede quindi 68 milioni per impianti di risalita, di cui 58 vestiti da “Rivoluzione verde e transizione ecologica, Cluster Energie rinnovabili, idrogeno e mobilità locale sostenibile”.

Si oppone una petizione firmata da 105 mila persone e anche il presidente del Club Alpino Italiano. Prima si chiedeva a Roma il 25 per cento del totale, ma ora che i soldi verranno da Bruxelles, la richiesta balza al 45 per cento su un totale maggiorato del 20 per cento. Meglio intervenire noi in autotutela, prima che Bruxelles c'imponga umilianti retromarce, anche su spinta dei molti contrari.

Una natura intatta genera ricavi di lungo termine. Perché mai i lombardi preferiscono la lontana, quasi intatta Engadina alle vicine, troppo sfruttate, Valtellina e Val d'Aosta? Vive meglio perciò l'Engadina, dove tanti nostri trovano lavoro proprio per un ambiente migliore.

Non dobbiamo imitare il condominio che fa grandi interventi perché Pantalone paga il 110 per cento; serve equilibrio, si trovi un foro per ascoltare chi rifiuta non già lo sviluppo, ma la distruzione immediata di una ricchezza unica, e durevole. «Sono certo che l'onestà, l'intelligenza e il gusto del futuro prevarranno sulla corruzione, la stupidità, gli interessi costituiti», ha detto il presidente del Consiglio Draghi alla Camera. Gli interessi costituiti ci sono, ma in quei piani prevale la stupidità; speriamo che non sia un governo con tanti amanti della montagna a lasciare che quel duo, se non quel trio, sfiguri le nostre Alpi.

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