Tra Scalfari e la crisi di governo

Con la caduta di Draghi, il palazzo del potere è vuoto

  • La scorciatoia tecnocratica ed europeista, che aveva espresso i risultati migliori con Carlo Azeglio Ciampi e Mario Monti, non è più percorribile.
  • Comunque finisca l’agonia di questo governo, è chiaro a tutti che Mario Draghi non ha  ottenuto risultati comparabili a quelli dei suoi predecessori “tecnici”.
  • Se non si può avere Draghi, meglio un onesto amministratore di condominio senza ambizioni e legami. Per traghettare il paese verso elezioni dalle quali, tanto, non potrà uscire molto di buono.

Il primo numero della Repubblica fondata da Eugenio Scalfari, morto giovedì, si apriva con un editoriale intitolato «è vuoto il palazzo del potere». Quel palazzo pare oggi molto più vuoto che nel 1976: non ci sono più i partiti, ridotti a gruppi parlamentari di cui nessuno riesce più a indovinare una qualche corrispondenza con la società che dovrebbero rappresentare. Non si sono più le ideologie, da tempo, ma neppure le idee. Si è chiusa anche la fase della policy nella quale si pensava di tr

Per continuare a leggere questo articolo

VAI ALLA PAGINA DELL’AUTORE