La settimana di Sanremo, in Italia, è una di quelle cose inevitabili: come le tasse, la morte e il governo tecnico. C’è stato un tempo, ormai antico, in cui la nota competizione canora poteva serenamente essere ignorata, perché sembrava un evento ormai riservato perlopiù solo alle anziane signore in pelliccia, agli habitué e agli appassionati della televisione.

Giovani, artisti, professionisti e intellettuali potevano serenamente fregiarsi di ignorarlo, facendone pure un vanto. In quegli anni di buio e dimenticanza c’è da dire che il Festival non era particolarmente attraente: i concorrenti erano spesso vecchie glorie del passato o artisti sconosciuti, o cantanti scongelati una volta l’anno solo per partecipare alla competizione e poi rimessi nel congelatore subito dopo. I brani in gara, compresi i vincitori, finivano nel dimenticatoio dopo due settimane. Da un po’ di anni a questa parte, però, la situazione si è ribaltata.

Complici molte scelte artistiche rivoluzionarie e contemporanee, ma anche il rinnovato amore per il trash che ha reso i grandi eventi televisivi un momento immancabile da commentare su Twitter, fatto sta che oggi non è più come un tempo.

Oggi, Sanremo, non lo puoi ignorare. È diventato un evento mediatico imprescindibile, tutti ne parlano, tutti lo commentano e i dissidenti vengono ferocemente repressi attraverso un’esclusione sociale che in confronto i No-vax senza green pass sono dei detentori di diritti esclusivi e privilegiati. Ora, dopo tre giorni di polemiche sanremesi, co-conduttrici vallette, canzoni che al primo ascolto non ti piacciono e poi ti ossessionano, comici che vengono linciati sul web, ci apprestiamo al momento più duro: le serate finali, alle quali bisogna riuscire a sopravvivere senza perire per sfinimento. Ecco come.

Arredare il tunnel

Una citazione di cui non riesco a ricostruire la genesi dice “se non riesci a uscire dal tunnel, arredalo”. Dato che recenti studi scientifici hanno dimostrato come sia matematicamente impossibile sottrarsi alla kermesse, a questo punto, visto che siamo già nella spirale infernale, arrediamola. Lasciatevi travolgere. Riascoltate in loop tutti i pezzi in gara fino a stare male, costruite altarini per Blanco e Mahmood, guardate tutte le trasmissioni che parlano di Sanremo a tutte le ore, e fate un refresh di tutti i vecchi Festival dal 1951, passando per i momenti più commoventi fino a Bugo e Morgan.

Scivolate lentamente in questa ipnosi collettiva nazionale diventandone i più grandi sostenitori. Tanto quando sarà tutto finito ci risveglieremo tutti, come i reduci di un incantesimo in un film horror distopico, dove i personaggi dopo una settimana di trance euforica rinvengono di colpo e si guardano tra di loro, stremati e straniati, chiedendosi cosa sia successo perché, ovviamente, hanno dimenticato ogni cosa.

Fare la pennichella

Sebbene questo Festival stia finendo a orari più umani del solito (verso l’1.30) le ore di sonno per sostenere la sua visione sono comunque non compatibili nemmeno con la vita dei vampiri di Twilight. Quindi se volete arrivare alla settimana prossima con sembianze umane l’unica soluzione è trovare il modo di riposare nel pomeriggio, magari facendo la cosiddetta “pennichella” dopo pranzo, in modo da recuperare un po’ di sonno e non rischiare la morte per estenuazione durante una delle ultime serate della gara infinita. Inoltre la “pennichella” fa molto anni Cinquanta, molto italiano, insomma, molto Sanremo.

Prendere le ferie

Se non avete preso le ferie questa settimana sappiate che avete sbagliato. Perché aspettare l’estate per andare a fare sei giorni a Gallipoli in mezzo al caos, oppure perché riservare le ferie per trascorrere a Natale in località sciistiche, quando potete sfruttare molto meglio le vostre ferie prendendole proprio durante la settimana di Sanremo e avere il privilegio di sottrarvi all’incubo del commento del giorno dopo con i colleghi in pausa caffè? Ma se malauguratamente non lo avete fatto almeno prendetevi libera la settimana prossima: dopo questa maratona di vestiti improbabili di Orietta Berti avrete sicuramente bisogno di recuperare energie.

Rassegnarsi

Inutile lottare, lamentarsi, ribellarsi, gridare, tapparsi le orecchie. Sanremo non si può evitare. Chiunque voi siate, dovunque viviate, per i prossimi due giorni sentirete parlare sempre e solo di Sanremo, ascolterete le canzoni di Sanremo vostro malgrado, saprete tutto della classifica, del FantaSanremo e, in cuor vostro, iniziate a tifare per il vostro podio ideale e ad arrabbiarvi se non vince il vostro pezzo preferito. Sognerete di andare a vederlo dal vivo l’anno prossimo o addirittura di andare come ospiti, tanto ormai ci vanno tutti, e ad un certo punto, prima della finalissima, vi sembrerà addirittura di poter di parlare direttamente con l’entità “Sanremo”, come se si rivelasse a voi sotto forma di Spirito Santo. State tranquilli, rassegnatevi, capitolate con dignità, e scoprirete che il Festival non è poi così male. Lasciate che Sanremo entri dentro di voi. Ha meno effetti collaterali di un vaccino. Tanto, da lunedì prossimo, comunque, chi se ne ricorda più.

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