Giuseppe Conte ancora non ha ancora iniziato a fare il capo dei Cinque stelle ma già si sta calando nel ruolo: come il garante del Movimento, Beppe Grillo, usa il seguito social che gli deriva dal ruolo politico per regolare le sue questioni. E come un Renzi qualunque annuncia querele per diffamazione ai giornalisti che osano scrivere di lui, pratica intimidatoria assai diffusa

Breve riassunto: uno strano personaggio al centro delle grandi vicende giudiziarie di questi anni, l’avvocato Piero Amara, ha parlato ai pm di Milano di una complessa operazione degli anni 2012/2013 che vedeva protagonista l’avvocato Conte. Prima pagato dalla società Acqua Marcia per valutare le pendenze legali della società in crisi e per tutelare gli interessi dei creditori. Poi, dopo che Acqua Marcia ha venduto un hotel di lusso a prezzo di saldo a un imprenditore, Conte viene assunto anche dall’imprenditore. A dare il primo incarico a Conte è Fabrizio Centofanti, altro personaggio accusato di aver corrotto magistrati, che a sua volta ha parlato del caso Conte a un’altra procura, quella di Perugia.

Il nostro vicedirettore Emiliano Fittipaldi ha ricostruito queste vicende e parlato con tutti i protagonisti, Conte incluso che gli ha fornito la sua versione, registrata nell’articolo. Ma l’ex premier deve avere le idee un po’ confuse su come funzionano i giornali, perché ai suoi 3,7 milioni di follower accumulati con le dirette sul virus spiega che Fittipaldi è cattivo con lui perché l’editore di questo giornale, Carlo De Benedetti, è offeso per non aver mai avuto il piacere di incontrare l’avvocato del popolo. Un sillogismo, questo sì, diffamatorio. Chissà che editori e che giornalisti ha frequentato Conte in questi anni, per essersi fatto queste idee.

Di sicuro l’ex premier deve essere stato troppo impegnato per seguire il lavoro del nostro giovane quotidiano e quindi non si è accorto che in questi mesi abbiamo dedicato inchieste e prime pagine a Salvini, Zingaretti, Cingolani, Fontana, Grillo, Arcuri, Giani e tanti altri. Abbiamo osato scrivere anche di Conte. Di questo, in effetti, siamo colpevoli. Ma non ce ne scusiamo.

© Riproduzione riservata