Coraggio, tenacia e politica: cosa insegna la Flotilla a destra e sinistra

Dobbiamo tutti essere grati alla Flotilla e alle persone che la animano. Se c’era il rischio che la loro azione rimanesse puramente simbolica, questo rischio è stato scongiurato dal loro coraggio morale e dagli effetti comunicativi, e sperabilmente politici, che la loro determinazione sta avendo. Nonostante difficoltà interne ed esterne, gli attivisti e le attiviste a bordo delle barche stanno portando avanti un’opera preziosa di illuminazione delle coscienze e chiarificazione della posta in gioco. Ma c’è un errore che non dovremmo fare. Non dovremmo pensare che questo dono che riceviamo dai coraggiosi della Flotilla esaurisca la questione. Dovremmo pensare, come spiegava ed esortava Marco Damilano su queste pagine, a cosa dovremmo fare noi, per Gaza. Dovremmo pensare a che cosa esprimevano le piazze del 22 settembre. Ma dovremmo anche pensare a che cosa pretendere dai nostri rappresentanti, chiunque essi siano. A destra: se Meloni ha aperto, pur nella capziosità che la contraddistingue, al riconoscimento dello Stato di Palestina e Crosetto ha mosso l’istituzione che rappresenta, a questo dovrebbe seguire qualcosa. Il nostro paese non ha una politica estera distinguibile su questo tema. Anche chi non ha votato questo governo, ma soprattutto chi l’ha votato, dovrebbe porsi questo problema. E sulla Flotilla ci sono italiani e italiane: per un governo sovranista difenderli non dovrebbe essere un impaccio da trattare con qualche neghittosità, ma una missione ovvia. La Flotilla a poche miglia dalla zona rossa. Crosetto: «Spero vengano solo arrestati» A sinistra: la Flotilla e le piazze del 22 settembre sono il popolo, la società civile che Pd, Cinquestelle e Avs dovrebbero rappresentare. Questo popolo, come spesso avviene, è coraggioso e generoso. E il Pd di Schlein, collocando il suo personale politico sulla Flotilla, lo ascolta e lo sponsorizza. Ma è questa l’unica funzione di un partito politico? È nostalgia di tempi e dottrine passate pretendere che il partito abbia anche una funzione di guida e avanguardia? La politica estera inesistente e imbelle di questo governo non dovrebbe essere portata nella sede naturale della discussione politica, cioè in Parlamento? Il ruolo del Pd nella sinistra mondiale non può servire a muovere il resto dei partiti di sinistra a chiedere una soluzione del conflitto? L’emergenza umanitaria e politica di Gaza, se è tale, non può aspettare giorni. Se è emergenza, deve avere una soluzione rapida e nella cornice delle istituzioni politiche. La vittoria del coraggio morale del popolo e della società civile scalda il cuore, ma la freddezza delle istituzioni garantisce il futuro e la stabilità della pace. Affidarsi allo slancio della società civile può essere giusto in certi casi, ma non può essere la regola. La supplenza della società civile dev’essere temporanea ed eccezionale, se non si vuole dissolvere le garanzie e la stabilità che la politica serve ad assicurare. Nella nobile causa della Flotilla non si può scindere l’aspetto umanitario da quello politico Esiste poi una sorte morale nelle azioni degli esseri umani. Dal successo dipende anche la natura morale delle condotte. Se la Flotilla arriverà sicura a Gaza, come tutti ci auguriamo, sarà di sprone a evitare che la società civile supplisca troppo alle mancanze della politica. Ma qualsiasi incidente, anche minimo, porterà alla luce lo scandalo di una politica che viaggia a rimorchio del coraggio morale del suo popolo, invece di trarne frutto e legittimazione. Si sono paragonati i componenti della Flotilla a Rosa Parks (impropriamente, perché la Flotilla non compie un atto di disobbedienza civile, ma ristabilisce la legalità internazionale). Ma Rosa Parks veniva dopo Claudette Colvin, la prima donna a essere arrestata a Montgomery per essersi rifiutata di cambiare posto a sedere sull’autobus. Colvin aveva quindici anni, era incinta di un uomo sposato, molto più vecchio e veniva da una famiglia povera. Rosa Parks era una militante dei diritti civili, che aveva preso parte a seminari sulla giustizia sociale, sposata, di mezza età, proveniente da una famiglia rispettabile. È evidente che i leader del movimento dei diritti civili hanno orientato la scelta. Cercavano una buona storia e la persona adatta per incidere sullo stato delle cose politiche. La Flotilla dà una buona storia e un patrimonio di coraggio. Adesso è ora che i leader lo facciano fruttare.