Il racconto sulle Vacanze a Cortina (già) di questi giorni rende bidimensionale una sorta di acquario – anche se siamo sulla neve, certo - dove l’osservatore partecipante può tranquillamente studiare le mutazioni biologiche e biotecniche in corso, e la loro incredibile accelerazione.

Se si smettono di osservare le personae/le maschere più o meno conosciute e ci si concentra sulle forme pure, ecco che una assoluta meraviglia di colori e di materiali salta fuori in modo strabiliante.

I tre gruppi

Ci sono sostanzialmente 3 gruppi di portatori/consumatori. I primi sono quelli che vi aspettate: i blingherone e i blingheroni over 40 che esibiscono l’impossibile, dalle straordinarie pellicce rimodellate in ogni forma fino al leggendario total di cappello, cappotto lungo e doposcì di pelo, tutti con pelli di differenti animali (altro che interspecie); gli assembramenti meravigliosi di cose bombate di loghi più giganti possibili, e che sembrano esistere solo qui, anche per gli stessi brand (pantacollant da sci con Dior stampato ovunque, “Moncler” scritto a lettere cubitali in tutto il corpo, il logo The North Face o le tre strisce di Adidas che corrono dai piedi alla nuca in un delirio retinico favoloso, ecc); il finto understatement chippettoso dei quarantenni romani che frequentano La Cooperativa, in realtà un centro commerciale di paralusso) e che esibiscono scarponcini ampezzani fatti da mitologici artigiani oppure le mille forme dei nuovi “Moonboot”; i gonfi piumini azzurri RobediKappa con il logo delle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026 (parentesi: delle Olimpiadi qui c’è solo quello, il logo; per il resto nessun lavoro strutturale olimpico è ancora partito, tranne la messa in posa di misteriosi pali neri con le tre strisce luminescenti della bandiera italiana lungo la strada con monocorsia per arrivare qui).

Sfida estetica

E poi c’è il grande popolo dei ventenni, che non partecipano al bling esibito, almeno per una parte consistente.

Qui si apre la sfida estetica interessante. Non sono i grandi brand -nemmeno dello sportswear- a farla da padrone per loro, ma marchi tecnici legati alla reale performance sul terreno montano e che sono in grandissima crescita tra la generazione nata dopo il Duemila (anno più anno meno) e che sembra capire il valore biopolitico dell’adrenalina reale, dell’’impresa’ -nel senso allargato e emozionato del termine- e del rispetto anche tattile della natura. Due marchi in testa:

“Arc-teryx” (mai così diffuso, anche nel tempo libero) e “La Sportiva”, che sta facendo da tempo cose con innesti di nuovi polimetri straordinarie (il loro negozio in città  è un regno di design dai cromatismi mai visti).

E poi pescando nel mazzo  “Millet” (non a caso acquisito di recente da una cordata francese), “Marmot”, “Tecnica” (marchio storico in grande rimonta), “Scarpa” (con cose ormai pazzesche, amatissimo anche in città), l’ecumenico “Helly Hansen”, per noi entrare nei tecnicismi di “Podhio” che ha tutine meravigliose, e poi sulle singole categorie “Reusch”, “Leki”, “Lowa”, “Blizzard”, “Garmont”, “Ortodox”, i caschi “Smith”, le calze da supereroi “Mico” e mille altri.

Tutto questo, notare bene, si trova in bella posa sul corso principale di Cortina, mica online.

C’è anche naturalmente la rivoluzione operata sull'idea di occhiale e di occhiale da sci da “Oakley”, che sigla da due anni il futuro con la montatura superavvolgente a specchio totale che copre metà faccia, favolosa.

Tutto questo in gergo si chiama Gorpcore (cercate su Instagram e trovare un bel po' di roba sotto questa comunità): la passione feticista per l'abbigliamento tecnico di alta innovazione e stile.

Lo stile di coloro che si aspettano di dover combattere con l'estinzione più o meno certa nel futuro prossimo, e quindi si stanno allenando per tempo ad una vita differente per il 'tempo che resta'.

Lungotermisti

C'è anche un termine per questo “lungotermismo”, ma l’avrete già sentito.

Benvenuti/e, allora, ventenni “lungotermisti” in compagnia dei vostri polimeri fichissimi (altra forma di interspecie, ovviamente). E il terzo gruppo?

Sono quelli di mezzo, circa tra i 30 e i 40 anni. Quelli che si chiamavano millennial, ora in fase di invecchiamento.

I lavoratori dell'intelligenza digitale ormai ossidata, quelli che sogna(va)no di avere un'idea 'come ha avuto Dr. Dre con le cuffie Beats”, e che lavorano 24/7 (mentre i ragazzi/e se ne guardano bene).

Quelli che vestono l’ex tecnica “Hoglofs” o cose simili (che pescano di qui e di la' dalle altre categorie), e la “Patagonia” che ha pure aperto negozietti dove le cose si riparano per darsi una botta anti-disastro climatico.

Sembrano vestire sportivo casual, qui e in città, ma in realtà è una tuta di lavoro che portano sempre, compreso il lavoro gratuito per le grandi e bolse piattaforme social che hanno fatto guadagnare a dismisura e che tuttora frequentano, con l’ansiosa aggiunta di Tiktok. Sono i neoCipputi, con tanto di neonato obbligatorio sulla pancia annesso, ovviamente.

Com'è vario il mondo, eh? Gli animali delle cronache mondane sono puntini dentro le migliaia di cose e di specie – umane e non- che popolano questo patrimonio Unesco di montagne e vette, che ne hanno viste di tutti i colori.

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