- L’Eurogruppo approva senza modifiche sostanziali la riforma del Mes, bloccata per un anno dal rifiuto italiano a prendere atto di essere isolati in Europa sul salvastati;
- Il Mes resta prestatore di ultima istanza ai governi, con buona pace delle suggestioni italiane a coinvolgere la Bce, cosa impossibile nell’attuale cornice dei trattati;
- Lo strumento non è un acceleratore di default né un magnete per speculatori. Per ora non lo utilizzeremo ma, in caso di persistente incapacità a crescere, prima di attivarlo si farà ricorso al risparmio privato, a tutelare la solvibilità del debito pubblico. Ma questa non è colpa dell’Europa.
I ministri delle Finanze dell’Eurozona hanno raggiunto lunedì sera un accordo politico per la riforma del trattato intergovernativo che norma il Meccanismo europeo di stabilità (Mes), dopo un anno di stallo causato soprattutto dalle resistenze italiane e da quelle dei paesi del Nord, che frenavano sul coinvolgimento del Mes nelle risoluzioni bancarie in caso di incapienza del Single Resolution Fund. In base all’accordo, il Mes potrà essere utilizzato in questa circostanza due anni prima del prev



