- L’attuale piano vaccinale è in buona parte demandato al livello regionale. Alle Regioni è stata altresì rimessa finora l’esatta determinazione del perimetro delle categorie da vaccinare, come quella degli «altri servizi essenziali», in cui sono state incluse persone in maniera discrezionale e poco chiara.
- Erano previsti controlli per garantire coerenza tra piano nazionale e piani regionali. Eppure le Regioni finora hanno proceduto in ordine sparso, anche con differenze di efficienza. Il Commissario per l’emergenza potrebbe esercitare poteri sostitutivi, ma finora non l’ha fatto.
- L’aggiornamento del piano vaccinale prevede, tra l’altro, una più puntuale definizione delle categorie «estremamente vulnerabili», l’eliminazione la generica dicitura «altri servizi essenziali» e la possibilità di vaccinare all'interno dei posti di lavoro.
Nel fine settimana è atteso un aggiornamento del piano nazionale delle vaccinazioni. Nel mentre, sembra necessario fare il punto della situazione, anche per capire come cambieranno le cose. Il 12 dicembre scorso il ministero della Salute ha elaborato il Piano strategico per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2. Il Piano è stato poi adottato formalmente con decreto del Ministro della Salute il 2 gennaio, a seguito della legge di Bilancio (art. 1, c. 457), e aggiornato l’8 febbraio con “Raccomandazi



