- Qualcuno parla di «vite perdute (...) in nome dell'intoccabile privacy» nel corso della pandemia.
- Premesso che la privacy non è “intoccabile”, salute e tutela dei dati personali non sono in conflitto. In un’emergenza sanitaria, la privacy può essere attenuata, bilanciando tutti i diritti coinvolti.
- La privacy ha costituito l’alibi con cui coprire diverse carenze. Se Immuni fosse stata congegnata diversamente - scavalcando ogni diritto, privacy inclusa - l’inadeguatezza dell’apparato preposto alla gestione del contact tracing sarebbe stata uguale, anzi amplificata.
Nei giorni scorsi, su Twitter qualcuno ha parlato di «vite perdute (...) in nome dell'intoccabile privacy» nel corso della pandemia da Sars-CoV-2. Premesso che la privacy non è “intoccabile” – con il cosiddetto decreto Capienze ne è stata notevolmente ridotta la portata - serve verificare se l’affermazione sia davvero fondata. I principi della privacy Sin dall’inizio della pandemia si è compreso quanto la tecnologia fosse importante per il tracciamento dei contagiati, la «ricerca e gestion



