Da quasi due anni la biologa Antonella Viola è una delle più richieste commentatrici televisive a tema Covid. Onestamente, continuo a non capire perché: nel corso della pandemia ha affermato tutto e il contrario e non perché sia cambiata l’evidenza scientifica, semplicemente perché nei suoi interventi ed articoli la dottoressa Viola si adegua a quello che è il clima del momento.

L’ultimo esempio ce lo ha fornito con il suo editoriale sulla Stampa di oggi, perché è anche editorialista, oltre che opinionista televisiva, scrittrice di libri per Feltrinelli e molto altro.

Nel suo articolo, Viola commenta il recente intervento dell’immunologo a capo della reazione degli Stati Uniti al Covid-19, Anthony Fauci, che ha imposto la mascherina anche ai vaccinati.

Scrive Viola:

I vaccini proteggono dall’infezione ma non nel 100 per cento dei casi – e dalla malattia severa – quasi nel 100 per cento dei casi.  In casi rari e insoliti, con questa variante Delta così trasmissibile, anche i vaccinati possono infettarsi e permettere al virus di replicare nel naso. E, in una minoranza di questo sottogruppo di soggetti in cui la produzione di anticorpi non è rapida o sufficiente, è possibile che la carica virale nel naso sia alta e che quindi possano contagiare.

Tutto giusto, anche se come sempre un po’ spannometrico, la  dottoressa Viola evita quasi sempre di citare numeri precisi, così da trasformare analisi scientifiche (che in quanto tali hanno sempre delle ipotesi di partenza, delle incertezze dovute alle procedure, dei margini di errore ecc.) in vaghe affermazioni apparentemente basate su un misto di ovvietà e buon senso.

Poi scrive Viola:

Il virus è cambiato e, se con le varianti precedenti potevamo considerare i vaccinati praticamente sempre non contagiosi, ora, con la variante Delta i vaccinati devono fare attenzione in tutte quelle condizioni in cui ci sia affollamento o in presenza di persone fragili.

In realtà, abbiamo sempre saputo che c’era un rischio che i vaccinati potessero trasportare il virus e contagiare altri, come spiegava già il 20 marzo scorso su Domani il medico e giornalista Andrea Casadio:

Cosa succede quando una persona si vaccina? Succede che il vaccino - che in pratica è una copia falsa e inoffensiva del virus vero, una specie di sparring partner - addestra e prepara i linfociti B e linfociti T del nostro organismo ad affrontare il virus vero, e perciò, quando il coronavirus vero penetra all’interno del nostro organismo si trova già di fronte questi linfociti pronti ad aggredirlo e ad ucciderlo.

Così, in breve tempo - poche ore o al massimo pochi giorni - tutte le copie del virus vengono eliminate, e noi non sviluppiamo alcuna malattia o solo sintomi lievissimi.

Per questo motivo, se viene infettato dal coronavirus chi è vaccinato resta portatore del virus per un tempo limitato – ore, o al massimo pochi giorni - e comunque assai più breve rispetto a chi non è vaccinato, che può diffondere il virus per settimane o addirittura per mesi.

Il problema è che alcune persone hanno diffuso informazioni false, cioè che dopo il vaccino il rischio di contagio si azzerava quasi e che quindi non c’era pericolo a tenere comportamenti che, in tempo di pandemia, abbiamo imparato a ritenere fonte di rischio. 

Ecco cosa scriveva su Facebook Antonella Viola il 16 maggio:

L’efficacia dei vaccini nel proteggerci non solo dalla malattia ma persino dal contagio è altissima, e questo ha consentito ai paesi che hanno vaccinato tanto e bene di eliminare restrizioni, distanziamenti e persino le tanto odiate mascherine.

Le persone vaccinate possono quindi ricominciare ad abbracciarsi, cenare insieme senza distanziamento, ritrovare quella serenità e naturalezza dei rapporti interpersonali che abbiamo perso a causa del virus.

Anche il nostro Governo deve però avere fiducia nei vaccini e rimuovere quelle assurde regole che prevedono la quarantena o i tamponi per le persone vaccinate. Se si chiede fiducia ai cittadini, bisogna che i governi per primi dimostrino di credere nella scienza.

In quel momento, mentre Viola scriveva queste cose, la variante Delta già circolava in Italia, e se è passata dal 5,2 per cento di quel mese al 95 per cento di luglio è proprio perché in tanti hanno tenuto verso questa fase della pandemia un atteggiamento analogo a quello suggerito da Viola.

Per fortuna il governo non ha ascoltato fino in fondo la dottoressa Viola e «quelle assurde regole che prevedono quarantena o tamponi per persone vaccinate» ci stanno permettendo di tracciare e arginare un minimo la quarta ondata della pandemia che sta già riempiendo gli ospedali, per fortuna con meno morti che in passato perché ad ammalarsi sono persone più giovani o protette dalle conseguenze gravi grazie al vaccino.

Nell’ultima parte del suo editoriale, Antonella Viola si schiera contro la necessità di una terza dose – il cosiddetto “booster” – per rafforzare la copertura vaccinale: 

Non ci sono evidenze per il momento che ci suggeriscano l’uso indiscriminato di terze dosi. 

Viola è un po’ troppo assertiva: è vero che ancora non ci sono sufficienti dati perché le campagne vaccinali sono ancora in corso, ma l’Ema, l’autorità sanitaria europea, così come i CDC americani, si sta già attivando per essere pronta a lanciare campagne per la terza dose se dovesse rivelarsi necessario. Pfizer ha presentato un primo studio che suggerisce l’efficacia del booster contro la variante Delta, ma è ovvio che Pfizer è l’oste che dice quanto è buono il suo vino. 

In conclusione del suo articolo, Antonella Viola formula un auspicio curioso, soprattutto alla luce di quello che è successo con la diffusione della variante Delta durante quella che sembrava una fase declinante della pandemia: 

Proprio la circolazione del virus consentirà ai più di mantenere attivo il sistema immunitario, stimolandolo di continuo. 

Una bella stimolazione da Covid: per il momento la circolazione del virus ha favorito la sua mutazione in varianti sempre più aggressive, e tutte le autorità sanitarie internazionali spingono per la diffusione il più capillare possibile delle vaccinazioni anche per fermare queste evoluzioni.

Ma Antonella Viola vuole invece che continui a circolare (che poi vuol dire a infettare persone, vaccinate o non vaccinate) per «mantenere attivo il sistema immunitario». A sostegno di questa bizzarra tesi, Viola non cita ovviamente alcun dato o studio scientifico. 

L’analisi potrebbe continuare, perché negli ultimi due anni Viola ha sostenuto praticamente tutte le posizioni possibili in materia di vaccini e contenimento della pandemia (memorabile un’intervista al Fatto Quotidiano nella quale suggeriva di usare il vaccino russo Sputnik, mai approvato dall’Ema, al posto di AstraZeneca: alla faccia dell'approccio scientifico ai problemi e della fiducia nelle autorià sanitarie). 

Ora, già conosco l’obiezione: chi sei tu, giornalista, per mettere in dubbio la competenza di una biologa di fama come Antonella Viola? 

Non mi permetterei mai di mettere bocca su quello che fa nei suoi laboratori all’Università di Padova, dalla quale ora è in aspettativa, ma quando una biologa va in televisione e scrive sui giornali, allora è lei che entra nel mio campo, quello dell’informazione. 

E l’informazione fornita da Antonella Viola è, senza dubbio alcuno, di cattiva qualità. 

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