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La crisi dei profughi ucraini mette l’Europa di fronte a un bivio

Copyright 2022The Associated Press. All rights reserved
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  • Di fronte ai milioni di persone fuggite in poco più di un mese dall’Ucraina, l’Ue ha reagito prontamente con la direttiva per la protezione temporanea. Ciò che a lungo è stato denigrato come l’idealismo astratto dei confini aperti oggi appare non solo necessario, ma possibile.
  • Questa mutazione repentina sarà duratura? Cosa dobbiamo attenderci nel tempo che viene, soprattutto se la guerra dovesse perdurare e il numero di profughi aumentare ancora? Nella crisi del 2015 la solidarietà lasciò rapidamente il campo all’ostilità più feroce e alle barriere di filo spinato.
  • Sembra decisivo ora il fatto che i flussi siano largamente composti di donne e bambini, nonché l’affinità somatica, religiosa, culturale tra le persone accolte e le società di accoglienza. L’Europa è dunque cambiata o tratterà quella in atto come una risposta “eccezionale”?

Per quel cantiere in continua costruzione che è l’Unione europea, la guerra in Ucraina rappresenta un punto di svolta. In gioco non c’è solo il ruolo che saprà ritagliarsi nello scenario globale, ma anche ciò che va sotto il capitolo dei “valori” europei, in particolare in materia di accoglienza degli stranieri. Di fronte ai milioni di persone fuggite in poco più di un mese dall’Ucraina, il più grande spostamento di persone nel continente dal tempo delle guerre mondiali, l’Ue ha reagito pront

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