La crisi ucraina continua a tenere il mondo con il fiato sospeso. Mentre i primi ministri dei tre principali paesi europei – Francia Germanaia e Italia - sono già andati o stanno per andare a Mosca nel tentativo di di raffeddare la situazione, la tensione fra Stati Uniti e Federazione Russa continua ad aumentare.

Il presidente Joe Biden ripete avvertimenti su una possibile invasione, la Russia espelle il viceambasciatore americano Bart Gorman. Il segretario di Stato americano Blinken propone di incontrare il ministro degli esteri russo in Europa ma nel frattempo il segretario generale della Nato Stoltenberg dichiara che l’alleanza “non può accettare un ritorno ai tempi delle sfere di influenza, dove le grandi potenze minacciano, compiono atti di intimidazione e si impongono ad altri”.

La conferenza di Monaco

Le uniche sfere di influenza che Stoltenberg considera ammissibili sono quelle dei paesi occidentali. Nella Conferenza di Monaco sulla sicurezza, a cui per la prima volta dal 1999 la Russia non ha partecipato, il presidente ucraino Zelensky ha richiesto sanzioni preventive: prima e non dopo una eventuale invasione. In questa confusa situazione si rincorrono dichiarazioni divergenti da parte russa e da parte occidentale. I militari russi dichiarano che lo spiegamento di 130.000 soldati ai confini ucraini fa parte del normale calendario di esercitazioni dell’esercito russo e che le truppe stanno già tornando nelle loro sedi abituali.

Da parte occidentale si sostiene che non esiste alcun ritiro di truppe, anzi un aumento del contingente di 7000 uomini. Russia e Bielorussia continuano le loro manovre congiunte. Putin ha assistito al lancio di tre missili nucleari ipersonici a sottolineare la potenza militare russa. Un altro segnale di una tensione crescente è rappresentato dalle reciproche accuse fra i separatisti pro russi nell’est dell’Ucraina ed il governo ucraino.

Secondo i primi, i militari ucraini avrebbero aperto il fuoco contro di loro giovedi’ scorso. Il governo ucraino accusa i separatisti di aver bombardato un kindergarten nella città di Stanitsya Luhanska ferendo due insegnanti e due soldati ucraini sono stati uccisi sulla linea di demarcazione. Nella disputa ucraina gli Stati Uniti e i paesi occidentali non stanno sostenendo solamente l’integrità ucraina, ma rivendicano il loro status di vincitori della guerra fredda di fronte a una Russia che vuole essere considerata una grande potenza per la sua estensione euroasiatica, per il suo esercito e per la sua potenza nucleare pari a quella statunitense.

La soluzione diplomatica

I tre presidenti europei hanno cercato di trovare una soluzione diplomatica con Mosca, ma dovranno riconoscere alcune delle ragioni per cui la Russia ha ammassato questa forza militare ai confini ucraini; la prima è la dichiarazione che l‘Ucraina non entrerà nel prossimo futuro nella Nato, la seconda è che si cominci a discutere la possibilità di un sistema di sicurezza europeo in cui l’Ue abbia una posizione autonoma dagli Stati Uniti. La crisi Ucraina può fornire ai paesi europei l’insegnamento che la relazioni con la Russia sono troppo importanti per motivi economici, geopolitici, oltre che puramente geografici, per essere lasciati a un confronto Russia-Stati Uniti in cui gli interessi europei non sono una priorità. Purtroppo al momento non vi sono segnali che la diplomazia abbia successo: Putin rifiuta di ritirare le truppe dai confini ucraini, Zelensky non intende rendere effettivi gli accordi di Minsk e abbandonare l’idea di chiedere l’ammissione alla Nato.

L’Occidente rifiuta di accettare le richieste russe, in particolare di chiarire la propria posizione sulla possibile domanda ucraina di far parte della Nato. La situazione è di totale stallo. Speriamo non sia uno scontro armato a richiamare alla realtà gli attori di questa pericolosa recita.

 

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