- I fondi non arriveranno da un ipotetico Recovery Fund, bensì da Next Generation Eu (Ngeu); serve a preparare la prossima generazione. Il rischio è che finisca a chi già c'è e vota, lasciando fuori chi non c'è o non vota.
- Gli obiettivi della bozza sono condivisibili: l'adeguamento dell'amministrazione pubblica al nuovo mondo digitale, la riduzione dei consumi fossili e una maggior diffusione del benessere.
- Oltre a una griglia per valutare i risultati effettivi manca un'idea di fondo: solo liberando ampi spazi ai giovani, di oggi e di domani, si potrà adeguare il Paese alle sfide future.
Il governo ha infine presentato la bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Ora serve una discussione vera, non un minuetto, nell'ovvio rispetto delle scadenze Ue, in parlamento e fra i cittadini. Non si può escludere che ne escano idee valide; è la democrazia, bellezza. Potremo ricevere circa 200 miliardi fra grants (regali) e crediti, ma non verranno gratis; dovremo fornire, o garantire, la nostra quota dei fondi, anche grazie alle imposte cui rinunceremo a favore della Ue (ri



